Opinioni

Ilaria Capua: In Lombardia troppi morti, un ceppo diverso o errore umano. Asintomatici, un rebus

Ilaria Capua: In Lombardia troppi morti, un ceppo diverso o errore umano. Asintomatici, un rebus

Troppe false illusioni e troppi spargitori di preoccupazioni. Un invito alla razionalità, cercando di allontanare chi spinge verso gli estremi la soluzione dell’epidemia. Le parole di Ilaria Capua, come sempre, appaiono un barlume di raziocinio in giornate dense di ansie. Per la ricercatrice, una dei massimi esperti mondiali di virologia, la situazione è difficile ma occorre analizzarla freddamente.

“C’è stato un momento iniziale di grande confusione. Anche da parte del governo, ma è logico. Chiunque avrebbe fatto lo stesso. Non dimentichiamo che abbiamo a che fare con un virus sconosciuto. Ma questo non deve essere fonte continua di paura. Anche perché in nostro soccorso adesso arrivano gli studi. Studi che dicono che nella stragrande maggioranza dei casi, e lì dove non ci sono patologie pregresse, l’infezione è veramente lieve. Come un’influenza. A volte come un semplice raffreddore”.

Ma la Capua sa che certe affermazioni possono essere fonte di polemiche. A queste antepone la forza della scienza che è fatta di studi, ricerche , numeri.

“Adesso dobbiamo capire quanti sono gli asintomatici e che ruolo hanno nella diffusione. Ci sono ancora dei punti oscuri. Sappiamo, però,  quali sono le categorie e a rischio. E’ un vantaggio enorme. Partiamo da proteggere quelle. Il vero problema è il sovraccarico degli ospedali. Come sviluppare delle misure di allentamento tenendo protette le categorie più fragili”.

La speranza di un vaccino pronto entro metà aprile non sembra prendere troppo la Capua.

“Spero che non ci sia bisogno di un vaccino. Spero che il virus evolva come un raffreddore. Come un raffreddore. La ricerca di un vaccino credo sia importante. Ma credo che lo sia, in questo momento anche capire cosa accade in Lombardia. Credo che la priorità in Italia sia capire perché in lombardia c’è questo sovraccarico di pazienti negli ospedali. Perché tanti morti. O lì c’è un virus più aggressivo o è difficile spiegare il dato lombardo. Troppo dissonante. Una cosa però occorre fare tutti noi scienziati. Dobbiamo essere più  prudenti nel dare false illusioni o false preoccupazioni”.

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