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Scuole come al Calciomercato: così si contendono gli iscritti. La colpa? del Miur

Scuole come al Calciomercato: così si contendono gli iscritti

Così funziona il calciomercato degli alunni. Ormai, senza mezzi termini, si tratta di una vera e propria guerra tra scuole per accaparrarsi studenti. Se ha fatto scalpore il caso della scuola di via Trionfale che sul proprio sito spiegava che i suoi plessi erano frequentati alcuni da “figli delle badanti” e altri da “figli dell’alta borghesia”, è in realtà lo stesso Miur che chiede ai dirigenti scolastici di offrire informazioni di questo genere ai genitori dei potenziali iscritti. Magari potrebbe essere fatta qualche descrizione meno puntuale, ma gli indirizzi del Ministero dell’Istruzione sono chiari e sono frutti avvelenati della cosiddetta autonomia scolastica.

POF E PTOF: COSA SONO

Bisogna risalire alla legge Bassanini del 1999 che ha introdotto tra i banchi tre autonomie: didattica, finanziaria ed educativa. Da certificare con il cosiddetto “Rapporto di autovalutazione”. Il Collegio dei docenti è così obbligato a compilare il “Pof”, poi diventato Ptof per spiegare e modulare le attività dell’istituto. È il ministero che chiede ai dirigenti di illustrare quanto sia importante l’incidenza degli alunni stranieri, quelli con bisogni educativi speciali e sulla presenza di servizi sul territorio. E le scuole danno queste informazioni, molto spesso per attrarre nuovi studenti, un mercato degli alunni.

GLI ALTRI CASI

Il caso romano della scuola di via Trionfale e via Cortina d’Ampezzo non è l’unico che dà indicazioni “originali”. A Genova l’istituto Champagnat riporta i “risultati elettorali dei quartieri di riferimento” con percentuali di voti conquistati da centrosinistra e centrodestra alle politiche del 2018. Sempre a Roma, l’homepage dell’Istituto Belli, dice che il quartiere “è caratterizzato da un mercato immobiliare molto costoso”. E che “la scuola oltre a ricevere alunni provenienti dal territorio, accoglie studenti di zone limitrofe e, in alcuni casi, anche di quartieri più lontani, spesso collegati al pendolarismo degli alunni stranieri figli di immigrati occupati presso famiglie residenti”. A Bologna l’Istituto Comprensivo numero 6 fa sapere che “nel plesso Ercolani/Irnerio il background delle famiglie è medio-alto. La presenza di alunni stranieri è relativamente bassa. Al contrario, nel plesso Giordani, situato in una zona della città a forte tradizione immigratoria, le famiglie presentano uno status socio-economico inferiore”.

LA GUERRA TRA ISTITUTI

Né più né meno che una lotta tra istituti a chi fa meglio agli occhi del ministero e per accaparrarsi studenti. Un mercato degli alunni. Il caso più eclatante arriva da un Istituto tecnico di Bari, il “Caracciolo”, che per contrastare il calo degli studenti ha messo in palio una crociera a Barcellona per il ragazzo iscritto e un genitore. Prima o poi bisognerà decidere se le scuole siano diventati una sorta di supermercati. Oppure se offrire queste informazioni sia realmente importante per i genitori che devono iscrivere i propri figli a scuola.

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