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Scuola media nel Lazio, tra prevenzione anti Covid e storture nella didattica

Un alunno scrive a Start Magazine e spiega tutte le difficoltà che ha incontrato in questa pandemia

Con una lettera a Start Magazine, un alunno di dodici anni di una scuola media del Lazio, spiega le storture e le criticità che ci sono nel suo istituto in periodo di pandemia. C’è chi rispetta le norme ma anche chi in barba ai divieti non indossa la mascherina. Oppure c’è chi vuole aprire la finestra, come previsto dalla prevenzione anticovid, ma anche altre anomalie ma anche nella didattica.

LA PREVENZIONE PER IL COVID

Alla prima ora, appena arrivati in classe, i bambini aprono la finestra come previsto dalle norme, mentre i professori non dicono nulla.

All’ora di musica, si esce fuori in giardino, a due metri di distanza, si suona il flauto, contemporaneamente tutta la classe di circa 20 bambini, senza mascherina, e anche i bambini che non hanno il flauto si tolgono la mascherina. Questa insegnante è tra quelle incaricate di scrivere le norme di sicurezza per la scuola.

Durante la ricreazione, non si può uscire a mangiare la merenda fuori ma si deve restare in classe seduti. Però tutti restano in classe senza mascherina a mangiare la merenda.

L’insegnante di spagnolo non si mette la mascherina durante la lezione e pretende che i bambini mettano le mascherine di stoffa della scuola, invece di permettergli di indossare mascherine chirurgiche ben più sicure.

La professoressa di musica stava per far suonare il flauto in classe a tutti e si è fermata solo su richiesta insistente dei bambini.

L’insegnante di italiano, geografia e storia rassicura gli alunni con bugie, come quella di dire che la loro scuola è stata la prima introdurre le mascherine in classe.

Alcuni bambini vogliono tenere le finestre chiuse perché fa freddo e non vogliono “prendere la broncopolmonite” perché sennò “devono fare il tampone”. Altri bambini, tra cui me, vogliono tenere le finestre aperte come previsto dalle norme anti Covid. Le professoresse chiudono le finestre perché dicono che è meglio il Covid della broncopolmonite e della trafila dei tamponi.

Per disinfettare i computer la scuola ha utilizzato un acido sotto forma di liquido rischiando di rompere i computer.

DIDATTICA, IL TABLET USATO PER GIOCARE

La scuola fa utilizzare ai bambini il tablet così non devono portare i libri a scuola, ma i bambini usano il tablet per giocare ai videogiochi durante le lezioni e i professori non dicono nulla.

Una volta una professoressa ha detto: “ragazzi, oggi non mi va di fare niente, quindi riposatevi o fate quello che volete con i tablet”.

Lo studio procede molto lentamente, perché sia i bambini che le insegnanti sono svogliati. Le insegnanti ancora di più, assegnano montagne di compiti e altre volte invece niente.

L’insegnante di storia fa salti di interi capitoli pur di andare avanti col programma.

Un bambino una volta ha chiesto di rispiegare un argomento perché era stato assente e la professoressa gli ha detto di no e lo ha interrogato mettendogli 5 su quell’argomento.

La professoressa di musica ha minacciato i bambini di tagliargli i capelli con le forbici.

La prof di spagnolo assegna un compito, ma non lo scrive sul registro, e gli assenti sono poi trattati male quando si giustificano.

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