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Mancano i banchi, le aule e 80.000 prof, ma la scuola riaprirà: Conte non può fare altrimenti

Mancano i banchi, le aule e 80.000 prof, ma la scuola riaprirà: Conte non può fare altrimenti

Mancano poco più di due settimane alla ripresa delle lezioni, meno di cinque alla riapertura con i corsi di recupero. Secondo la narrazione ministeriale di qualche settimana fa in queste ore si dovrebbe provvedere alla logistica dei banchi monoposto per tutti gli studenti italiani, almeno per quelli i cui dirigenti li hanno richiesti, nell’attesa della consegna che sarebbe stata prevista entro l’otto settembre. Sempre secondo il suddetto racconto le scuole starebbero terminando gli ultimi ritocchi ai lavori di ristrutturazione necessari per avere aule più grandi e funzionali. In centinai di cortili scolastici dovrebbero far capolino tensostrutture mentre teatri, cinema e musei starebbero allestendo spazi didattici.

Ma di narrazione estiva si trattava e ce ne stiamo rendendo conto in queste ore. In tutta Italia le classi pollaio sono ancora migliaia e di nuove aule se ne contano poche in relazione alle necessità. I banchi, per ben che vada, saranno distribuiti entro la fine di ottobre e ci stiamo accorgendo che il governo ha preso nota del problema trasporti scolastici il 25 agosto. Naturalmente non avendo pronta nessuna soluzione. D’altronde anche il grottesco balletto mascherina si-mascherina no dimostra l’enorme difficoltà propositiva della ministra Azzolina.

Cosa accadrà allora? Le scuole riapriranno il 14 settembre, ma non perché siano sicure, né perché si siano approntati piani di gestione validi, né perché si sappia cosa fare in caso di tre studenti positivi nella stessa scuola ma in classi differenti. Si riaprirà semplicemente perché il governo Conte non può permettersi di non riaprire, pena il suo dissolvimento. E’ solo un calcolo politico che sta conducendo queste ore frenetiche piene di toppe sui problemi estremamente seri. Con annunci a volte disarmanti come quello del medico di riferimento in ogni scuola per poi scoprire che per farlo occorrerebbe assumerne 12.000 subito.

La scuola deve riaprire perché non può essere altrimenti. Dal giorno dopo si conteranno i problemi e forse qualcuno al governo saluterà il posto fin qui occupato. Ma forse anche no: c’è sempre bisogno di qualcuno che la spara ogni giorno più grossa.

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