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Coronavirus, Mattarella: Libertà non è far ammalare gli altri, no alle fake news. Riaprire la Scuola obiettivo primario

Coronavirus, Mattarella: La libertà non è il diritto di far ammalare gli altri, no alle fake news. Riaprire la Scuola obiettivo primario

Nessuno avrebbe potuto “affrontare e vincere da solo” la sfida del coronavirus, e per questo “abbiamo assistito a un inimmaginabile cambio di paradigma politico e istituzionale della Ue”. A dirlo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della annuale cerimonia del Ventaglio, che ha ribadito l’urgenza di evitare “fake news”.  Mattarella ha parlato soprattutto delle fake news e delle informazioni che circolano in merito al virus. “La libertà di stampa è questione che attiene alla libertà delle persone. Il mondo dell’informazione è stato interpellato dal virus e ha dato prova di esser stato al servizio dell’interesse generale e dei cittadini. Un ruolo di grande rilievo nel contrastare la pandemia”.

La scuola prima di tutto – Mattarella ha affrontato diverse tematiche legate alla ripartenza post-Covid e alle difficoltà che, inevitabilmente, ancora si presentano. La prima questione riguarda la scuola. “E’ in gioco il futuro, un futuro che richiede determinazione. I nostri ragazzi hanno patito un anno di disagio. Il sistema Italia non può permettersi di dissipare altre energie in questo campo. Lo sviluppo della nostra società subirebbe un danno incalcolabile. L’apertura regolare delle scuole è un obiettivo primario. L’Italia deve raccogliere la sfida e deve essere fatto ogni sforzo”, ha detto.

Convivenza col virus e libertà – Poi il presidente della Repubblica si è soffermato anche sul graduale ritorno alla normalità nella vita di tutti i giorni. Con un avvertimento. “La libertà è un valore fondamentale in una democrazia, ma non può essere confusa con il diritto di far ammalare gli altri”. Parlando dell’epidemia, Mattarella ha poi ribadito che non si deve “abbassare la guardia” anche per “rispetto di chi è morto. Imparare a convivere con il virus non vuol dire comportarsi come se il virus non ci fosse più”, ha sottolineato.

Unione e non divisione – Proprio per ritornare alla normalità è necessario, ha aggiunto, collaborare e non dividersi. “Solo senza dividerci e con una comune ricerca di prospettiva” per il futuro possiamo lavorare alla “ripresa e a un ritorno alla normalità”.  Il nostro Paese “ha trovato condivisione e solidarietà da altri Paesi”. Ma ora “noi italiani siamo chiamati a utilizzare le risorse nell’ambito di un programma tempestivo, concreto ed efficace”.

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