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Termoscanner all’ingresso, didattica mista e ingressi scaglionati: le regole per il prossimo anno

Termoscanner all’ingresso, didattica mista e ingressi scaglionati: le regole per il prossimo anno

L’anno scolastico classico è finito il 5 marzo scorso. Non vi è dubbio che non si tornerà in aula a maggio. Lucia Azzolina sta organizzando una squadra di tecnici per strutturare il prossimoanno. Ma che scuola sarà quella che ricomincerà a settembre? L’emergenza sanitaria ha reso il diritto all’istruzione una variabile dipendente. E dunque tutto dipenderà dall’evoluzione del contagio. Quella dell’immediato futuro sarà una scuola  a geometrie e geografie variabili. Una scuola che apre solo se, quando e dove ci sono le condizioni per farlo. E che appena si renda necessario chiude di nuovo.

Non è ancora chiaro quali saranno le condizioni minime di sicurezza per l’anno scolastico che verrà. Quelle banali: rilevatore della temperatura all’ingresso, entrata e uscita scaglionate, guanti e mascherine per tutti.  Con difficoltà logistiche non da poco: basta immaginare il tempo necessario la mattina per assolvere al controllo delle temperature tenendo studenti e docenti in coda con il giusto distanziamento. E quelle assai più problematiche, come la distanza minima di sicurezza di un metro che risulta difficile da mantenere anche dove i locali delle scuole sono appropriati. E’ possibile l’anno prossimo che ci si trovi costretti a una didattica mista, un po’ in presenza, un po’ da casa, come si è già fatto in questi mesi ma meglio.  Oppure si potranno fare dei turni, chi va al mattino e chi al pomeriggio, ma in più il problema riguarda la pulizia e la sanificazione dei locali.

Più difficile immaginare il distanziamento sociale dei bambini delle elementari. Si parla di contrarre il tempo pieno in modo da risolvere l’impossibile gestione del servizio mensa. Ma resta il problema dei più piccoli, quelli di prima e seconda: impossibile pensare che riescano a rispettare le norme di sicurezza per tutte quelle ore.

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