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Il pedagogista Novara: “Niente voti a distanza”. Prof propositivi, ma i genitori già protestano

Il pedagogista Novara: “Niente voti a distanza”. Prof propositivi, ma i genitori già protestano

Se lo chiedono gli studenti nelle loro chat. Si interrogano i docenti con l’ausilio dei colleghi e dei sindacati. La valutazione della didattica a distanza in questi giorni appare un problema secondario per la scuola italiana. Ma per chi la vive ogni giorno non lo è, tutt’altro.

Ma che problema c’è a dire che si passa all’anno successivo, dobbiamo per forza avere bocciati e promossi? La scuola si fermi sui voti, non è il momento. Il campionato di calcio è stato sospeso e basta, non è che si sta pensando a chi ha vinto o perso”. Il pedagogista Daniele Novara è diretto e coglie il punto: come dare pagelle agli studenti che hanno avuto voti solo al primo quadrimestre?

Ma il problema resta, la ministra Azzolina ha detto che per lei non  c’è l’ansia del voto. Ma per gli studenti sì. Basta andare a leggere sui siti a loro dedicati. In tanti speravano che i voti a distanza non avessero valore. Speranza presto naufragata. A chiarire questo particolare aspetto è ovviamente intervenuto il Miur nella nota pubblicata l’8 marzo. I docenti possono dare i i voti anche attraverso la didattica a distanza. Ma hanno anche la facoltà di segnare le presenze degli studenti connessi mentre si erogano lezioni. Ovviamente, le modalità e le preferenze degli strumenti didattici da adottare rimangono assolutamente a discrezione del singolo insegnante. Compresa dunque la scelta di sottoporre o meno a giudizio il lavoro a distanza degli studenti.

In ogni caso, l’eventuale valutazione inserita attraverso la didattica a distanza rimane valida a tutti gli effetti anche oltre la fine dell’emergenza sanitaria in corso. Al rientro a scuola, dunque, il voto digitale ha la stessa incidenza sul peso della media di qualsiasi altro “voto tradizionale” della didattica ordinaria svolta in classe.

E i docenti di questo potere cosa pensano? “Se si pensa che valutare significhi semplicemente dare un voto numerico è chiaro che con la didattica a distanza non lo si può fare – afferma Marco Bollettino, dirigente del liceo Gramsci di Ivrea -. Ma esiste anche una funzione formativa dei processi di apprendimento che serve a capire come l’alunno ha costruito le sue conoscenze, in modo da aiutarlo a correggere gli errori e a consolidare i risultati raggiunti. E questo lo si può fare benissimo anche a distanza, senza dimenticare che in questo modo il docente può disporre di un dati utili per migliorare il proprio modo di spiegare e di insegnare”.

Insomma più formazione che valutazione. E sull’impossibilità di dare un voto nel senso più stretto del termine la pensa la stragrande maggioranza degli insegnanti. Ma alla fine occorrerà tirare le somme e forse, per evitare problemi, non ultimi quelli giuridici, forse sarebbe il caso che il ministero intervenisse.  Già fioccano le proteste di genitori che assistono in diretta alle “interrogazioni” e minacciano azioni legali. Insomma occorre fare chiarezza, prima possibile.

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