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Scuola, laureandi al posto dei prof no vax?

L'idea dei dirigenti scolastici

Scuola, dopo le feste natalizie passaggio di testimone dai prof no vax ai giovani laureandi? Gennaio è infatti alle porte. E con esso, saranno ufficializzate le cifre dei docenti senza vaccino che perderanno la cattedra. Dopo l’obbligo di vaccinazione introdotta il 15 dicembre, dei circa 50mila insegnanti No vax, un 20% sarebbe ricorso alla prima dose. Restano, dunque, 40mila prof, compresi quelli esentati dalla vaccinazione e che per questo non potranno lavorare a contatto con gli studenti, da sostituire. Ma come fare? Non resta che arruolare i laureandi, è l’idea dei presidi, come anticipa Il Messaggero.

I prof no vax

Il “rimpiazzo” urge per i 40mila prof no vax. Dei 50mila insegnanti senza vaccino al 15 dicembre infatti, giorno dell’introduzione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola, un 20% si sta mettendo in regola. In molti istituti, scrive Il Messaggero, viene consegnata in presidenza la prenotazione del vaccino. O la certificazione di chi ha già fatto la prima dose nelle ultime ore. Per questi motivi, i numeri aggiornati parlano di circa 40mila prof no vax. Tra i quali ci sono anche quelli che, per motivi di salute, dichiarano di non potersi vaccinare tramite certificazione medica.

 

Scuola, laureandi in cattedra: la proposta dei presidi

Come fare per procedere alla sostituzione? Ecco l’idea dei dirigenti scolastici. “Ormai le scuole – afferma a Il Messaggero la dirigente scolastica Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio – chiamano attraverso le Mad, le Messe a disposizione, quindi fuori dalle graduatorie tradizionali. Poi si passa a chiamare anche i laureandi, è una necessità: la didattica va portata avanti, se non ci sono i docenti bisogna trovare una soluzione-. La chiamata dei laureandi – spiega Costarelli – è regolamentata per la facoltà di Scienze della formazione. Quindi per gli insegnanti delle elementari, ma viene di fatto estesa anche ad altre lauree per le superiori. Per matematica e per le materie professionalizzanti degli istituti tecnici e professionali”. “Non posiamo lasciare le classi scoperte – conclude a Il Messaggero Valeria Sentili, dirigente dell’istituto comprensivo Morvillo di Roma – ho già chiesto le liste dei laureandi alle facoltà di Scienze della formazione della Sapienza e di Roma Tre per sapere su quante persone possono contare”.

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