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Scuola, i dispersi della Dad: in ogni classe almeno uno studente non si collega più

Il Comitato di genitori milanese «A scuola», ha intervistato 1.393 studenti tra i 12 e i 19 anni, in tutta Italia

La dispersione scolastica avviene anche con la Dad. E’ uno strumento utile, ma molti studenti se ne approfittano nella scuola. E decidono di non seguire più le lezioni.  O di defilarsi, o non fare attività scolastica.
Uno studente su tre – secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – – sostiene di conoscere almeno un compagno di classe che ha smesso di collegarsi alle lezioni a distanza, la Dad. Il 61 per cento dice di fare più fatica a studiare e a fare i compiti e il 68 per cento di aver aumentato l’utilizzo di pc e smartphone, a scapito del tempo dedicato agli amici.
La metà dei ragazzi riferisce di fare più fatica a prendere sonno e di avere preso l’abitudine di mangiare in modo irregolare. Sono gli effetti di un anno di pandemia e di scuola «a singhiozzo» fotografati da un’indagine promossa dal comitato di genitori milanese «A scuola», che ha intervistato 1.393 studenti tra i 12 e i 19 anni, in tutta Italia.
Oltre alle difficoltà nel seguire le lezioni, quattro giovani su dieci dicono di avere interrotto anche l’attività sportiva (praticata prima dal 75 per cento dei ragazzi). E, intervistati sul proprio benessere psicologico, oltre il 60 per cento si dice più stanco, triste e svogliato e sostiene di aver meno fiducia nelle istituzioni. Per il Comitato, è urgente «mettere in piedi azioni che sappiamo restituire ai giovani il diritto al benessere psico-fisico». E, per questo, chiede alle istituzioni «una seria valutazione di questa situazione», prima di prendere ulteriori decisioni sulle scuole. Nei giorni scorsi, lo stesso comitato ha presentato un ricorso al Tar chiedendo che l’apertura delle scuole sia svincolata dal «colore» delle zone e che sia garantita anche in zona rossa.

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