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Vecchioni boccia la dad: “Giovinezza senza scuola è come un matrimonio senza amore”

Il noto cantautore italiano Roberto Vecchioni boccia la didattica a distanza.

Roberto Vecchioni, cantautore e professore, ha rilasciato un’intervista a Elle.com, per parlare del momento che vive l’istruzione ai tempi del Coronavirus: “Una giovinezza senza scuola è una cosa ben brutta. È come un matrimonio senza amore. Certo è un momento tragico, ma i nostri ragazzi hanno le armi per riprendersi. Lezioni da casa? Molta tristezza. Perché la scuola non è uno che impara da un altro, ma tutto quello che c’è intorno alle materie che si insegnano: è vita, confronto, amore, odio, bacio, primo dolore. È stare insieme a parlare di calcio o di musica. Quando si perde questo, se ne perde il senso”.

Peserà sul futuro dei ragazzi?

Questo momento io lo vedo come un inciampone. Come certi bambini che perdono la loro infanzia perché hanno genitori sbandati, i ragazzi stanno perdendo una parte di pubertà. Mandarsi messaggi o parlarsi attraverso uno schermo non basta: bisogna toccarsi. Ma si riprenderanno, ne sono certo, perché prima o poi questa maledetta notte dovrà pur finire”.

Anche i professori si riprenderanno?

Se io fossi insegnante soffrirei terribilmente. Ma i dolori sono di tutti e non si può fare una classifica. Come diceva Marco Aurelio, dobbiamo pensare che la nostra gioia sia unica, non il nostro dolore”.

La scuola ne uscirà migliore?

La scuola non è peggiorata e gli insegnanti sono degli eroi. Ma la società ha fretta, è competitiva e il tempo della fantasia si è ristretto. Bisogna fermare questo consumare continuo e allargare il momento del pensiero e della spiritualità. La lezione è questa”.

A lei cosa è rimasto dei suoi allievi?

Un mondo. Perché non ce n’è uno uguale all’altro. Spesso sono stato come uno zio. Non ho mai interrogato uno che ha lasciato la ragazza il giorno prima, perché la scuola non è una punizione e queste cose non si fanno. Insegnare è stata una lezione di umanità, la cosa più bella della mia vita, anche più che cantare, quando canti, canti te stesso, quando insegni, insegni gli altri”.

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