Cronaca

Anche l’Agcom boccia la didattica a distanza. La motivazione

Anche l’Agcom boccia la DaD. Non solo le disuguaglianze sociali ed economiche, ma anche quelle digitali sono “esplose” durante l’emergenza Coronavirus e la fase di lockdown. A certificarlo è l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nella sua relazione annuale. Evidenziando come a risentirne siano soprattutto i più giovani, ovvero gli studenti delle scuole italiane che non sempre sono riusciti a usufruire della didattica a distanza. Nella relazione si legge che la “chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle università con l’avvento della pandemia ha posto numerose sfide da affrontare giacché le disuguaglianze digitali sono esplose in tutta la loro gravità per il numero senza precedenti di studenti coinvolti nell’educazione a distanza”. Inevitabile quindi la decisione: l’Agcom boccia la DaD.

I dati

Il problema delle disuguaglianze digitali viene certificato dai dati forniti dall’Agcom. E l’Agcom boccia la DaD. Il 12,7% degli studenti non ha usufruito della didattica a distanza durante l’emergenza sanitaria. Secondo l’Autorità la pandemia ha esacerbato “in tutta la loro gravità le disuguaglianze sociali e digitali preesistenti, rischiando di compromettere il lento processo di digitalizzazione” che l’Italia sta portando avanti. Nella relazione si sottolinea ancora. “A fronte di livelli di copertura territoriale che potenzialmente sono all’88,9% delle famiglie italiane di accedere a servizi internet con velocità maggiori o uguali a 30 megabyte, solo il 37,2% di esse possiede effettivamente una simile connessione”.

Al Sud

L’Agcom boccia la DaD soprattutto nelle regioni del Sud. In generale la dotazione tecnologica delle famiglie italiane “presenta inadeguatezze”, considerate un “ostacolo importante” anche nell’accesso ai servizi come quelli dell’istruzione. Nel report si parla anche di una ricerca svolta da Agcom, secondo cui “quasi 10 studenti su 100 lamentano la mancata disponibilità di dispositivi a casa idonei a svolgere le lezioni a distanza”. Per 40 studenti su 100, invece, non c’è stato nessun problema, mentre 25 su 100 lamentano problemi di velocità della connessione da casa. Agcom sottolinea come il settore delle comunicazioni abbia “giocato un ruolo centrale nella gestione dell’emergenza epidemiologica dimostrandosi l’asse portante di ampi segmenti del sistema economico e sociale”. Un ruolo centrale anche perché il governo e le autorità si “sono avvalse dei servizi di media audiovisivi tradizionali, nonché delle piattaforme online, per avviare canali di comunicazione stabili con i cittadini”.

Gli altri

Se l’Agcom boccia la DaD, non è stato questo l’unico settore interessato. “Editori e giornalisti hanno garantito una capillare copertura informativa circa il dipanarsi della situazione emergenziale”. Ma l’emergenza sanitaria ed economica avrà un effetto negativo sul settore delle comunicazioni che viene stimato “tra i 4 e i 6 miliardi” di euro. Il valore complessivo del settore, quindi, potrebbe scendere al di sotto dei 50 miliardi. Il settore dei media è particolarmente colpito dalla crisi a causa di un crollo dei ricavi pubblicitari: “Nonostante la crescita delle audience e del consumo di informazione rilevato almeno per televisione e internet, i risultati economici del primo trimestre dell’anno sono già fortemente negativi per tutti i mezzi di comunicazione e le previsioni elaborate lasciano supporre una flessione degli introiti pubblicitari”. Calo che potrebbe “oscillare tra l’11% e il 14% a fine anno”, con una perdita calcolata intorno al miliardo di euro rispetto al 2019.

 

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