Cronaca

Le Linee guida fanno arrabbiare tutti. Prof, famiglie, sindacati e presidi: Non è la Scuola che vogliamo

Le Linee guida fanno arrabbiare tutti. Prof, famiglie, sindacati e presidi: Non è la Scuola che vogliamo.

La bozza delle linee guida per la riapertura delle scuole a settembre fa già clamore. La ministra Azzolina ne discuterà nelle prossime ore con sindacati e associazioni  ma la sensazione è che scontenti tutti.  i commenti di genitori, presidi e insegnanti sono impietosi. Nessuno, almeno a una prima lettura delle tracce ministeriali, sembra essere soddisfatto.

I più preoccupati appaiono i dirigenti scolastici, che dovranno prendere le decisioni più difficili. Anzi, tutte le decisioni, di concerto con i consigli di Istituto.  “Ognuno di noi dovrà cimentarsi in un gioco degli incastri ridisegnando spazi, composizione delle classi, turnazione dei ragazzi e degli insegnanti – afferma Alessandro Artini dell’Associazione nazionale presidi -. I nostri istituti non sono adeguati ad affrontare da soli questa situazione, mancano gli spazi e mancano i docenti”.

Critici i sindacati. “La prima impressione è che manca del tutto la premessa più importante, che è quella degli investimenti – osserva Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil -. I soldi ci sarebbero, dai fondi strutturali senza vincoli già da adesso, alle risorse del Recovery fund a quelle del Mes. Il punto è che è questo il momento di decidere dove dirottarle e la scuola non può essere dimenticata. Per far ripartire a pieno ritmo gli istituti tra personale, interventi di edilizia e dispositivi di sicurezza, occorrerebbero almeno 2,9 miliardi di euro in più”.

Sconfortati anche i rappresentanti delle associazioni dei genitori che nelle ultime settimane si sono molto battute per un cambio di rotta. “Il documento dice l’esatto contrario di quello che chiediamo – attacca Costanza Margiotta, portavoce del comitato di genitori “Priorità alla Scuola” . In questo modo il governo punta a scrollarsi di dosso ogni responsabilità facendo ricadere tutto sui presidi, ma non si rende conto che farà un danno enorme ai nostri ragazzi. Imponendo turni, riducendo la didattica, prevedendo l’esternalizzazione di alcuni servizi e mettendo nello stesso gruppo alunni di prima e quinta elementare si perde ogni continuità nella programmazione didattica”.

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