Opinioni

Azzolina e la politica dell’annuncio, ma a settembre si rischia il caos

Azzolina e la politica dell’annuncio, ma a settembre si rischia il caos. La ministra Azzolina ha annunciato che la soluzione per le classi pollaio è a portata di mano. Quindi nuove assunzioni, centinaia di migliaia, e nuovi spazi didattici. Azzolina ha in mente un piano che sarà realizzato in poco tempo, basterà attendere i fondi del Recovery Fund e poi procedere celermente. Proprio quel Recovery Fund al centro di una feroce battaglia tra i governi europei e che nella migliore delle ipotesi (quindi la più improbabile), diventerebbe realtà nel 2021.

Nel frattempo, a settembre, la scuola dovrebbe riaprire i battenti con una ritrovata presenza in aula.Questo ha promesso il presidente del Consiglio Conte, questo ha ribadito Lucia Azzolina. Anche perché, detto tra noi, la didattica a distanza è un espediente per gestire un’emergenza straordinaria, ma definirla una valida alternativa è un’esagerazione cosmica.

Quindi a settembre in aula. In che modo? Come definiranno le linee guida del ministero sulla scorta di quelle elaborate dal comitato Tecnico Scientifico nominato dalla ministra un po’ di tempo fa. Linee guida che, si giura, saranno rese note entro fine mese. Quindi in due mesi la scuola italiana dovrebbe essere pronta. Ma se le indicazioni fossero quelle trapelate, non sarebbe per nulla semplice, per non dire impossibile, metterle in pratica.

A noi pare, infatti, impossibile trovare spazi nelle immediatezze di istituti scolastici poco capienti e  tirar su delle tensostrutture e attrezzarle come aule. Come è altrettanto improbabile che musei e parchi si possano trasformare in luoghi attrezzati con tanto di banchi, cattedre e lim.

Quindi come si tornerà in aula in attesa che arrivino i fondi dall’Europa? La sensazione è che a Roma navighino a vista. Incapaci di trovare una risposta che possa comprendere le mille sfaccettature del mondo dell’Istruzione si attenda. Cosa? Forse che i segnali che arrivano dal mondo scientifico si rivelino effettivamente reali. Che, cioé, il virus sia diventato meno virulento, anzi addirittura poco più che un’influenza. Le terapie intensive si stanno svuotando, i ricercatori dicono che la carica infettiva del Covid-19 è ormai diecimila volte in meno di tre mesi fa. Insomma che nel giro di un paio di mesi la situazione potrebbe tornare alla normalità, con qualche precauzione. Così potrebbe accadere anche alla scuola di riaprire cautamente. Come prima, solo con qualche accorgimento in più. Tanto per risolvere i problemi arriveranno i fondi europei: nel 2021 o 2022 tanto non ci sarà più alcuna fretta.

ANCHE QUESTE NOTIZIE SU OGGISCUOLA

Attenzione alla ricaduta: il Coronavirus e il rischio recidiva

Piero Angela: “Perché bisogna evitare la psicosi collettiva”

Carta del Docente: disponibile il nuovo bonus. Indicazioni tecniche per le iscrizioni 2019/2020

Elogio della lezione frontale: “Didattica è sentire che ciò che si conosce arrivi agli alunni senza sforzo”

Leggi qui altre notizie su OggiScuola

Seguici anche sulla nostra pagina social Facebook

Articoli correlati

Back to top button