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Diplomati magistrale, in migliaia a rischio licenziamento immediato. La situazione

Diplomati magistrale, in migliaia a rischio licenziamento immediato. “Se salta il decreto salva-precari, addio anche alla piccola ‘ciambella di salvataggio’ che lo scorso mese di luglio il governo aveva predisposto per i 50 mila docenti con diploma scuola rimasti intrappolati a seguito della doppia sentenza negativa della plenaria del Consiglio di Stato.

Per evitare il danno del licenziamento connesso a quello dell’abbandono della scuola dove sono in servizio si era infatti predisposta la proroga bis della conferma dei contratti sottoscritti a inizio anno scolastico, per scongiurare anche un danno alle scuole, alla didattica e agli alunni del primo ciclo scolastico, che in corso d’anno si sarebbero ritrovati senza il loro maestro. E parallelamente un altro concorso riservato. Solo che si trattava di palliativi, non di soluzioni”. Lo afferma, in una nota, il sindacato Anief.

DIPLOMATI MAGISTRALE, PACIFICO: “NON SERVONO PIU’ SITUAZIONI TRANSITORIE”

“Non si comprende – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – per quale motivo lo Stato continui a voler tenere distanti le situazioni di fatto dalle ragioni del diritto, mantenendo vive mega-vertenze nei tribunali d’Italia e d’Europa. Perche’ non servono piu’ soluzioni transitorie o prese di posizione assunte solo per salvare la faccia o lavarsi le mani”.

“Questi docenti, che non sono piu’ ragazzi poiche’ diplomati fino al lontano 2002 – prosegue Pacifico -, vanno immessi nei ruoli dello Stato, a partire da chi ha svolto oltre 36 mesi di supplenze. Come arrivare a cio’ lo abbiamo indicato: vanno confermati prima di tutto gli oltre 7 mila docenti gia’ assunti, ma nei ruoli e non sulla supplenza. Gli altri – continua – vanno stabilizzati, trovando un canale che li affranchi dalla seconda fascia d’istituto. Non puo’ essere di certo l’ennesimo concorso, l’ennesima procedura riservata, che produrra’ l’ennesima graduatoria, con la stragrande maggioranza di maestri precari che si ritroveranno ancora una volta costretti a farsi valutare, graduare e poi a rimanere in perenne attesa. E’ un film visto. A questo punto – aggiunge – spetta all’esecutivo che verra’ voltare pagina e dire basta a una delle ingiustizie piu’ cruente della scuola pubblica italiana”.

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