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Obbligo vaccini, tuonano i sindacati: “Dosi anche ai precari”

Se obbligo vaccini deve essere, che sia per tutti. Anche per i precari. Lo chiedono a gran voce i sindacati del comparto scuola.

Gissi, Cisl Scuola

“Sui vaccini in Calabria o in Liguria si deve partire al più presto, con mezzi e strumenti straordinari”. Lo scrive Maddalena Gissi, segretaria Cisl scuola. Che aggiunge: “Segnalo una grave dimenticanza della struttura di Governo: lo scorso anno ci sono stati 220.000 precari. Sono uomini e donne che hanno lavorato tra gli alunni e molti saranno nuovamente in classe per garantire la copertura delle tante cattedre vacanti. I docenti e gli Ata a tempo determinato devono essere inseriti nel programma del Generale Figliuolo da subito. Sono giovani e saranno il futuro della nostra scuola. Sarebbe opportuno pensare che anche coloro che devono affrontare un concorso dovrebbero essere vaccinati. Dobbiamo prevenire i problemi con molta lungimiranza. La scuola in presenza – conclude – è l’obiettivo comune”.

Sinopoli, Flc Cgil

Francesco Sinopoli, segretario di Flc Cgil, come già detto a Repubblica: “Penso che per prima cosa si debba valorizzare il fatto che è vaccinato l’85 per cento del personale. Riconoscere quindi che ciò si è raggiunto nonostante la gestione della campagna vaccinale, dal punto di vista dell’informazione, non abbia brillato. A un certo punto hanno cancellato la priorità al personale scolastico. Si deve quindi fare uno sforzo in più su questo versante e partire dal Green Pass come strumento di incentivazione lasciando l’obbligo come ultima istanza considerando anche i diversi contesti territoriali che hanno gradi di copertura diversi. Se vogliamo davvero realizzare l’obiettivo della scuola in presenza per tutti la vaccinazione, assolutamente da completare di tutto il corpo docente, non è un sostituto di altri interventi necessari che devono essere realizzati contestualmente e su cui registriamo ritardi enormi. Gli studenti non saranno vaccinanti in larghissima parte. Poi bisogna intervenire sulla gestione degli spazi e degli organici aggiuntivi per sdoppiare le classi sovraffollate e rafforzare i servizi di igienizzazione, quindi concentrarsi sui trasporti locali. La forte impressione è che, qui, siamo già in una condizione peggiore di quella dello scorso anno”.

Turi, Uil Scuola

Pino Turisegretario della Uil scuola, sottolinea: “È risaputo che alcune casistiche di natura medica impediscono al singolo di vaccinarsi. La legge sulla base della scienza si deve assumere responsabilità collettive che noi non accetteremo ricadano sul personale. I diritti e gli obblighi si rispettano nella misura in cui non diventino abusi burocratici o peggio la ricerca di colpevoli che nascondano le inadempienze altrui. I docenti non hanno bisogno di lezioni di civismo”.

Giannelli, Associazione presidi

Sì all’obbligo vaccinale l’Associazione presidi, con Antonello Giannelli: “C’è stato un momento che si doveva ricorrere alla moral suasion, ma ora il tempo stringe e a questo punto credo sia opportuno trovare una forma di obbligo. Se una persona che non è vaccinata è a contatto con un’utenza, è chiaro che può diffondere il virus: è una questione di tutela  di salute collettiva. Io non credo che da parte del personale scolastico, dei docenti, vi sia una ritrosia a vaccinarsi. Da un lato c’è una sovrastima delle persone ancora da immunizzare, duecentomila è una cifra troppo alta, e risente del fatto che a un certo momento le vaccinazioni per i professori si sono fermate, non c’è stata più quella corsia preferenziale e molti forse sono stati vaccinati senza essere registrati come docenti”, conclude.

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