Sono tante le iniziative nella scuola per superare il problema della Dad. La didattica a distanza ha allontanato gli studenti dalla scuola. Non c’è più socializzazione. Si sono persi tutti i rapporti
Dopo la Didattica a distanza, la ripresa si è rivelata problematica: gli studenti sono rimasti a casa, lontano dalla scuola per tanto tempo, a volte mesi, e qualcosa in loro si è modificato. Sono apparsi solitudine, disorientamento, ansia.
Partendo da questi riscontri l’Istituto superiore Freud di Milano, come racconta l’Agenzia ANSA ha messo in atto il progetto ‘Emozioni’ perché i giovani interagiscano fra loro tornando ‘protagonisti’.
“Dobbiamo insegnare loro a essere coraggiosi e a usare la conversazione come strumento di sorpasso per superare la situazione – spiega Daniele Nappo, il direttore didattico – .Quindi sostegno ed empatia sono le parole chiave. Accogliere e comprendere i segnali di frustrazione che comunicano in questo momento. E’ molto importante che capiscano che si può parlare con i propri docenti e che possano ottenere sollievo tramite la ‘validazione’ delle loro emozioni”.
In base a un focus per capire come agire la scuola, oltre 750 iscritti, ha osservato che “oggettivamente qualcosa nei ragazzi si è modificato”.
L’isolamento forzato e la mancanza di relazioni sociali ha determinato – aspetto notato alla ripresa delle lezioni – una importante caduta dell’umore.
SCUOLA E DAD, I PROBLEMI DEL SONNO
Fra i segnali di criticità causati dal cambiamento della quotidianità problemi del sonno e ripetuti risvegli notturni. Che provocano difficoltà di attenzione, stress e nervosismo, Gli studenti si sentono “trasportati in circoli improduttivi non adatti al loro benessere”. “Il progetto, definito insieme alla psicologa della scuola, e agli insegnanti – conclude Nappo – punta quindi alla consapevolezza: interessarsi e stare vicino agli studenti è una preziosa opportunità per entrare in contatto con le emozioni altrui e imparare attraverso il rispecchiamento e la condivisione, ad osservare e comprendere senza giudicare perché non esistono emozioni sbagliate: dunque se un ragazzo è triste, non importa il motivo, condivisibile o meno, bisogna concentrarsi sulla sua tristezza”. .