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Cresce rischio seconda ondata in autunno, ecco cosa accadrà a scuola con i contagiati

Cresce rischio seconda ondata in autunno, ecco cosa accadrà a scuola con i contagiati

L’aumento dei positivi riscontrato quotidianamente fa crescere l’attesa di una possibile seconda ondata epidemica in autunno. Un’ipotesi che gli scienziati hanno più volte sostenuto, anche nelle settimane di forte diminuzione del propagarsi del virus. Le scuole, quindi, potrebbero trovarsi a pochi giorni dalla riapertura , ad affrontare casi di contagio tra gli studenti e il personale scolastico. Da oggi le misure per la sicurezza sanitaria, approvate lo scorso 6 agosto sono disponibili sul sito del ministero. Ma cosa prevedono in sintesi queste direttive? Isolamento immediato per alunni, docenti e personale Ata ai primi sintomi sospetti da Coronavirus e sorveglianza sanitaria in ogni scuola da parte di un medico competente.

Le nuove direttive prevedono l’obbligo di restare presso il proprio domicilio qualora si riscontri una temperatura superiore ai 37,5° o altri sintomi influenzali assimilabili ad un contagio sospetto da Coronavirus. Nel Protocollo per la Sicurezza, inoltre, si ribadisce il divieto di “permanere nei locali scolastici nel caso in cui, anche successivamente all’ingresso, sussistano le condizioni di pericolo (ad esempio sintomi simil-influenzali, temperatura che sale oltre 37,5°) stabilite dalle Autorità sanitarie competenti”. Infine, bisognerà comunicare al proprio medico di famiglia e all’autorità sanitaria competente lo stato dei fatti.

Per evitare l’insorgenza di eventuali focolai, nel caso in cui una persona sviluppi febbre o altri sintomi sospetti a scuola bisognerà provvedere all’isolamento immediato del soggetto sintomatico e disporne, quanto prima, il ritorno a casa. Il dirigente scolastico dovrà provvedere a informare l’autorità sanitaria per ”necessari accertamenti”. In caso di infezione accertata al Covid-19, la persona – studente, docente o collaboratore – potrà far ritorno a scuola previa comunicazione all’istituto “con la certificazione medica da cui risulti la “avvenuta negativizzazione” del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal Dipartimento di prevenzione territoriale di competenza”.

In supporto all’attività di monitoraggio di cui dovrà farsi carico ogni singolo istituto, dal Ministero assicurano l’attivazione di un ”efficace sistema contact tracing (tracciamento delle persone venute a contatto con dei contagiati)” e di garantire risposte immediate in caso di criticità. “In collaborazione con il Ministero della Salute e il Commissario straordinario si darà l’opportunità a tutto il personale del sistema scolastico statale e paritario, incluso il personale supplente, di svolgere test diagnostici in concomitanza con l’inizio delle attività didattiche”, si legge nel documento ministeriale.

Al fine di garantire una sorveglianza sanitaria continuativa, ogni scuola dovrà assicurare la presenza di un medico competente in via ordinaria. Il professionista dovrà accertarsi che vengano rispettate le misure igieniche contenute nelle indicazioni ministeriali. La nomina spetterà al dirigente scolastico ma, qualora non riuscisse ad arruolarne uno per motivi di indisponibilità, potrà fare riferimento ad un medico in rete scelto da più istituzioni scolastiche consorziate per il periodo emergenziale.

Nel Protocollo viene rivolta particolare attenzione ai cosiddetti ”soggetti fragili”, ovvero, persone (studenti e personale scolastico) esposte potenzialmente ad un rischio maggiore di contrarre l’infezione da Coronavirus. I casi dovranno essere valutati singolarmente in accordo con il dipartimento di prevenzione territoriale e il pediatra o medico di famiglia. Eventuali condizioni di fragilità dovranno essere segnalate e comunicate all’istituto mediante un documento in forma scritta e comprovata.

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