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Mancano 45.000 cattedre, ritornano le classi pollaio e Azzolina torna a parlare di Dad: il rebus settembre

Mancano 45.000 cattedre, ritornano le classi pollaio e Azzolina torna a parlare di Dad: il rebus settembre.

Le cattedre vacanti a settembre saranno oltre 45.000. Un numero che non ha precedenti e che coincide, purtroppo con la più grave emergenza socio-sanitaria della storia repubblicana. Giuseppe Conte e Lucia Azzolina ripetono come un mantra che a settembre la scuola ripartirà in presenza e in totale sicurezza. Mancano meno di 45 giorni all’appuntamento e la possibilità che le due cose si avverino in contemporanea appaiono abbastanza improbabili. Occorrerebbe aumentare le aule e di conseguenza anche il numero di insegnanti, che invece mancano in abbondanza. La necessità di implementare le cattedre rimane, inoltre, legata all’individuazione di nuovi spazi. Su questo punto, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha detto che nessuno ha intenzione di “smembrare le classi”, ma è “chiaro però che classi da 30-35 alunni sono troppo numerose. Per questo, stiamo lavorando per adeguare al meglio gli spazi già esistenti: ad esempio se ci sono aule inagibili” da ripristinare oppure “stiamo guardando ad edifici dismessi e ad altri locali”.

L’ultima frase è stata già ripetuta decine di volte dalla ministra nelle ultime settimane senza che si intravedano soluzioni adeguate. Nel frattempo, però, la stessa Azzolina sdogana la ripresa della Didattica a Distanza già da settembre, con tanti saluti al “tutti in aula” e ricorda, anche a sé stessa, che le classi pollaio potrebbero ritornare di moda. Di certo non è questa la scuola che gli italiani si augurano alla ripresa di settembre. D’altronde che si navighi a vista è dimostrato anche dall’assoluta assenza dal dibattito sulla didattica futura del tema dei disabili. L’insegnamento su sostegno è scomparso dai radar, eppure proprio gli alunni con disabilità hanno sofferto maggiormente il lockdown e potrebbero soffrire altrettanto un ritorno in aula in condizioni complesse.

Nel mentre la Azzolina riprende nel suo sport preferito: battibeccare con i sindacati che, a loro volta, non attendevano altro. Nel guado restano docenti, dirigenti e personale Ata a cui il governo ha demandato compiti e responsabilità della ripartenza, dotandoli di risorse (incerte) e rischi (sicuri).

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