Cronaca

Sant’Egidio lancia l’allarme: A Roma il 60% dei bambini non ha svolto lezioni on-line

Sant’Egidio lancia l’allarme: A Roma il 60% dei bambini non ha svolto lezioni on-line

“Lancio un appello al mondo della scuola, ai docenti e agli educatori, perché nei mesi estivi si apra una risposta educativa su base volontaria per bambini vulnerabili o con bisogni educativi speciali e sia colmata quella povertà educativa che si è creata a causa della pandemia. Il 61% dei bambini tra i 6 e i 10 anni a Roma non ha svolto lezioni online. A molti di questi sono stati assegnati compiti senza spiegazioni o inoltrate comunicazioni sul registro elettronico o whatsapp senza la possibilità che potessero essere recepite. Circa 1 bambino su 2 per due volte a settimana svolge un’ora e mezza di lezione”. Ad affermarlo il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, che ha presentato in video-conferenza stampa i risultati di un’indagine sulla didattica a distanza, svolta su un campione di 800 bambini dai 6 ai 10 anni, residenti in 27 quartieri di Roma e iscritti in 44 scuole primarie.

Sant’Egidio l’appello ai docenti

Impagliazzo ha precisato: «Non sto dicendo che non è stato rispettato il diritto allo studio in Italia sto dicendo che alcuni bambini, particolarmente i più vulnerabili, non hanno goduto appieno di questo diritto e quindi è giusto che recuperino quella parte di diritto che è stato loro tolto dal virus. Dobbiamo guardare a questi mesi anche con gli occhi dei bambini che hanno resistito in questa difficilissima situazione. Perciò rivolgo un appello su base volontaria a tutti coloro che si occupano di scuola: maestri, insegnanti, dirigenti scolastici, educatori, impiegati nelle cooperative, volontari e famiglie».

Il presidente di Sant’Egidio ha chiuso il suo intervento con una speranza: «Che il governo e il ministero dell’Istruzione possano tener conto di questo appello, che viene da una Comunità che ha fatto del volontariato e dell’impegno gratuito il suo punto di forza, affinché siano aperti tutti gli spazi possibili nelle scuole e sia data la possibilità di operare a tutti coloro che, su base volontaria, volessero contribuire alla creazione di una scuola a piccoli gruppi».

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