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Mobilità docenti. I sindacati: “Norma scritta malissimo, cambiarla subito”

Mobilità docenti, il sindacato chiede con forza che si cambi passo. Il decreto scuola, tra i vari provvedimenti, ha varato anche l’estensione a tutti gli immessi in ruolo a decorrere dal 2020/2021 del vincolo di permanenza di cinque anni nella scuola di titolarità. L’Anief osserva che “la continuità didattica sia certamente da garantire, specie nel primo ciclo e sul sostegno, ma è pur vero che non è possibile negare così a lungo ai docenti il diritto alla libera mobilità sul territorio nazionale. Ma c’è un aspetto nell’introduzione su larga scala del suddetto vincolo che troviamo particolarmente odioso: il coinvolgimento anche di coloro che fruiscono, per sé o per un congiunto, dei benefici della legge 104/92, con la sola esenzione di chi ha ottenuto il riconoscimento dopo la presentazione della domanda di partecipazione al concorso o di aggiornamento delle graduatorie a esaurimento. Insomma, siamo di fronte a una norma scritta davvero male.

RIAPRIRE IL TAVOLO

A rendere se possibile peggiore la mobilità docenti, si aggiunga la previsione del decreto scuola di sottrarre la materia del nuovo vincolo di permanenza quinquennale alla contrattazione con i sindacati”. “Una tendenza che, con fatica, in questi anni si è riusciti ad arginare ma che a volte, come in questo caso, riaffiora con prepotenza, nell’erronea convinzione che sia bene escludere i sindacati dalla scrittura delle regole del gioco. Come si vede, invece, se solo si ascoltassero di più i rappresentanti dei lavoratori, le norme potrebbero essere più eque ed efficaci. Come Anief, quindi, chiediamo di riaprire i tavoli sulla mobilità anche su questo punto, di grave e inderogabile urgenza, così come anche sul tema più generale del vincolo quinquennale”.

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