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Scuola infanzia e primaria, in uscita il bando per 17mila posti. Anief sul piede di guerra: “Lo impugneremo”

Scuola infanzia e primaria, in uscita il bando per 17mila posti. Anief sul piede di guerra: “Lo impugneremo”. È in uscita il bando del concorso ordinario della scuola d’infanzia e primaria, per quasi 17 mila posti.

Appena sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sarà impugnato. Tra le varie ragioni, “oltre che l’esiguità dei posti, vi è la mancata presenza degli educatori, esclusi sebbene siano maestri di scuola primaria a tutti gli effetti, la mancata valutazione del servizio tra i titoli. il calcolo errato degli ammessi agli scritti dopo l’eventuale preselettiva e il limite del 10% degli idonei già impugnato negli altri bandi di concorso”.

Inoltre, sottolinea Anief, “c’è da valutare la posizione di coloro che sono posti nella condizione di riserva perché hanno ottenuto i titoli all’estero. Inoltre, i 17 mila posti scarsi messi in palio, dei quali oltre 6mila per il 2020/21, sono molti meno di quelli che servivano. All’appello mancano, inoltre, tantissimi posti di sostegno, perché considerati illegittimamente in deroga. Come non è prevista la stabilizzazione delle sezioni Primavera che da due anni fanno parte a tutti gli effetti del sistema ordinamentale dello Stato”.

LE PAROLE DI PACIFICO

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ”proprio perché nei ministeri e negli apparati pubblici la scuola continua ad essere considerata una spesa e non una risorsa fondamentale su cui investire, viene da chiedersi per quale motivo l’amministrazione scolastica si ostini a tenere chiuse le GaE, a non attingere ai docenti per le immissioni in ruolo anche dalla seconda e terza fascia delle graduatorie d’istituto, laddove sono presenti docenti con oltre 36 mesi di servizio, e da quelle di merito degli idonei dei concorsi ordinari e straordinari, confermando nei ruoli tutti coloro che hanno già ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato con riserva che ora rischiano di essere defenestrati”.

”I ritardi, le eccessive esclusioni, le discriminazioni nei bandi – continua Pacifico – rischiano di paralizzare le nostre scuole. Perché mentre il Mef prende tempo e il Miur continua a tenere la testa sotto la sabbia, il numero di supplenze ha raggiunto quota 200 mila cattedre e una bella fetta dovrà per forza essere affidata a dei supplenti invece che ai docenti abilitati, ai vincitori di concorso e ai precari storici con oltre tre anni di servizio svolto”.

DECRETO URGENTE

”Invece di procedere con un decreto urgente, che apra le porte a chi ha dimostrato di poter meritare le cattedre vacanti – continua il presidente del sindacato autonomo – ci ritroviamo ad attendere dei concorsi che se va bene produrranno dei vincitori tra non meno di un anno. Dopo di che, rimane tutto da vedere se i vincitori verranno stabilizzati. Perché così non è andata, ad esempio, in Sicilia e Campania, dove ci sono ancora migliaia di candidati che hanno superato tutte le prove, sono stati collocati in graduatorie e ancora attendono di essere assunti in ruolo, con il rischio anche di dovere rifare il concorso perché nel frattempo la loro lista di attesa ha perso di valore”.

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