Altro che Quota 100: i quarantenni precari di oggi andranno in pensione a 73 anni col minimo. I DATI
I quarantenni precari di oggi rischiano di andare in pensione a 73 anni, con assegni ‘poveri’, equivalenti agli attuali 300-400 euro. E ai piu’ giovani potrebbe andare anche peggio. A rilanciare l’allarme e’ la Cgil, che sollecita l’apertura di un tavolo. Lavoretti, impieghi saltuari e precari, part time obbligati non sembrano conciliabili con la pensione. Non dipende solo dalla legge Fornero, dice il sindacato, ma da una falla del sistema contributivo. E il sottosegretario leghista Claudio Durigon riconosce: “e’ venuto il momento di “una riforma complessiva della previdenza”, e convocherà le parti.
Precari: un futuro incerto
Il tema delle pensioni è al centro del dibattito, dato che il governo gialloverde ha fatto della quota 100 uno dei suoi provvedimenti simbolo. In questa sede, l’economista Michele Boldrin criticava la misura applicata al mondo dell’istruzione, nella cornice dei precari in generale, e non solo.
“Al di là della scuola, però, è un banale fatto di numeri. Visto l’aumento dell’aspettativa di vita, allungare la vita pensionistica mandando i lavoratori a casa prima vuol dire caricare i giovani di un peso sostanziale e dannoso. Andare in pensione a 60 anni vuol dire oggi aver davanti una vita in pensione di 25 o 30 anni e con un salario pari a quello di fine carriera, probabilmente il doppio di quello iniziale. Se si è contribuito per un terzo dello stipendio per 40 anni di lavoro, 3 per 4 fa 12. In altre parole, si parla di 12 anni di contributi versati quando se ne riceveranno per 25 o 30 anni. La differenza tra queste cifre è semplicemente rubata e andrà pagata dai futuri cittadini. E’ un vero e proprio furto intergenerazionale, legittimato da una politica che si compra i voti di quelli della mia età massacrando i ragazzi”.
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