AperturaCopertinaNewsOpinioniPRIMO PIANOULTIMEUncategorized

I dirigenti scolastici del 2017 scrivono al Ministero dell’Istruzione e Merito contro l’emendamento “sanatoria”

I dirigenti scolastici del 2017 scrivono al Ministero dell’Istruzione e Merito contro l’emendamento “sanatoria”

 

Pubblichiamo la lettera inviata al MIM da un gruppo di dirigenti scolastici del 2017 pervenuta in redazione:

Onorevole Ministro,

Chi Le scrive è un gruppo di Dirigenti Scolastici, vincitori dell’ultimo concorso 2017.

Vorremmo manifestare a Lei il nostro dissenso nei confronti di un emendamento “sanatoria”, che rischia di essere

inserito nel decreto Milleproroghe, finalizzato a concedere ad un gruppo di candidati “non idonei” dell’ultimo

concorso un binario semplificato per l’accesso al ruolo dirigenziale.

Le chiediamo di intervenire per impedire questa procedura, che, qualora passasse in via definitiva il vaglio della

politica, non solo mortificherebbe la dignità di un ruolo dirigenziale per il quale noi altri abbiamo affrontato

prove difficilissime senza sconti e senza scorciatoie, ma andrebbe a decretare la negazione dei valori di

meritocrazia e di giustizia, oltre che dei principi costituzionali che tutelano l’imparzialità e il buon andamento

della P.A.

Riteniamo che Lei debba sapere cosa è realmente accaduto nella tormentata vicenda del Concorso per Dirigenti

Scolastici 2017, perché le motivazioni addotte da chi intende corroborare la causa dei “ricorrenti” sono

palesemente ipocrite e pretestuose.

Quanto detto in premessa è comprovato sia dalle sentenze del Consiglio di Stato che hanno dato finora ragione

al Ministero dell’Istruzione e torto ai ricorrenti, sancendo la piena legittimità e regolarità della selezione

concorsuale, sia dalle circostanze che di seguito Le esporremo, di cui possiamo esibire, naturalmente, tutti i

riscontri.

La vicenda del concorso DS 2017

Questo concorso, parzialmente annullato in un primo momento dal Tar del Lazio (2019) per la presunta incompatibilità di tre commissari, per come è stato congegnato ha consentito a molti candidati onesti di raggiungere l’ambito traguardo solamente grazie al proprio impegno e alla propria preparazione; eppure, è stato fin da subito travolto da una pretestuosa e disgustosa campagna mediatica diffamatoria, avente quale unica finalità quella di consentire ad alcuni candidati di ottenere, nonostante la valutazione negativa delle prove, l’idoneità al ruolo dirigenziale.

Per la prima volta, forse, nella storia della P.A., alcuni giornali hanno manifestato grande attenzione verso una selezione pubblica. Uno strano interesse, però, che dava voce unicamente alla delusione rabbiosa dei candidati esclusi, dando così all’ opinione pubblica un’immagine distorta della situazione.

E’ evidente come contro questo concorso sia stata montata, fin da subito, una campagna mediatica demolitoria. Fin da quando è partita la macchina concorsuale, su giornali e social si è letto di tutto contro il ministero e contro coloro che, via via, superavano le varie selezioni. Alcune testate nazionali hanno manifestato un interessamento senza precedenti verso le “ingiustizie” subite dai non ammessi, facendo continue allusioni a presunte irregolarità, che hanno ripetuto per mesi come un mantra, come a voler fare al lettore il lavaggio del cervello.
Si è arrivati a fare inchieste “sensazionali”, attingendo addirittura dai forum anonimi di internet, come fonti di informazioni.

Ma, è bene sottolinearlo, veniva messo in risalto sempre e solo il punto di vista dei non ammessi, in barba al codice deontologico dei giornalisti. Con ogni probabilità in quella fase è mancato anche un nostro tempestivo intervento a sostegno della serietà della procedura selettiva, pubblicamente considerata dalla Dr.ssa Palumbo “la più credibile di sempre”, ma abbiamo due attenuanti a nostro favore: eravamo sfiniti per gli sforzi profusi al fine di superare le prove e non immaginavamo di certo un’influenza tanto possente da parte dagli esclusi su politici e mezzi di informazione!

Molte lamentele riguardavano valutazioni inique nelle prove scritte. Le lagnanze sono legittime, per carità, come legittimi sono i ricorsi, se chi ricorre ritiene davvero di essere stato leso. Ma, proprio su questo punto, vorremmo esprimere qualche dubbio, altrettanto legittimo, sulla pretestuosità di certe censure.

C’è qualcosa che non torna nelle polemiche dei candidati risultati non idonei alle prove scritte. Infatti, prima della pubblicazione dell’elenco degli ammessi agli orali, molti concorrenti lamentavano nei forum differenti problematiche: computer obsoleti che avevano funzionato male, tastiere rumorose che avevano impedito la concentrazione, falle nel sistema informatico che non aveva salvato, violazione dell’anonimato, eccessive difficoltà nei test di inglese, tempi troppo ristretti per poter sviluppare le tematiche proposte, disparità di trattamento con i colleghi di lingua, (che avrebbero avuto un vantaggio oggettivo sugli altri); lagnanze a cui si aggiungerà, in seguito, anche quella sul presunto vantaggio dei concorrenti sardi, e chi più ne ha più ne metta. Una lunga serie di critiche sulla modalità di svolgimento della prova scritta, che avrebbe impedito a molti candidati di esprimere al meglio la loro preparazione. Tutto questo fino alla pubblicazione del famoso listone.

Dopodiché la musica cambiava completamente. Quasi tutti i non ammessi giuravano di aver fatto ottime prove, valutate male e in modo ingiusto dalle commissioni. E da quel momento iniziava una lunga saga di insulti e calunnie contro il Miur, contro il concorso, contro gli idonei e anche contro la stessa persona del ministro. Nei forum dedicati al concorso abbiamo letto calunnie e vilipendi inammissibili per degli educatori.

Ma la pretestuosità delle polemiche era evidente, come dimostrano le centinaia di messaggi pubblicati sul forum di Mininterno, dove molti inidonei, dal mese di marzo in poi, si affannavano a cercare cavilli e vizi di forma su cui imbastire ricorsi, puntando all’annullamento della prova scritta.

Le cose non sono andate, però, come speravano i ricorrenti, perché a dissipare il polverone ha provveduto il Consiglio di Stato, che in appello ha smontato tutte le censure dei ricorrenti.

Tuttavia, non si sono mai rassegnati gli “inidonei” convinti di essere stati ingiustamente valutati, come se in un concorso fosse possibile l’autovalutazione!

E allora, giù fiumi di piagnistei e di rivendicazioni approdate, sistematicamente, in Parlamento sotto forma di richieste di “sanatorie”. Finora, fortunatamente, la politica ha sempre risposto picche. Adesso, invece, proprio mentre è in arrivo il nuovo concorso ordinario, spunta un corso riservato che dovrebbe “sanare” tutte le categorie di inidonei.

Noi vincitori di concorso ci sentiamo sviliti da una iniziativa politica che, di fatto, mortifica il ruolo e il lavoro del Dirigente Scolastico, “assecondando” le pretese di candidati che si sono valutati da sé decidendo che le loro prove siano valide (ma chissà come mai non hanno mai volute esibirle!). Molti di loro, con arroganza e presunzione, hanno accusato di incompetenza delle commissioni formate da funzionari Miur, docenti universitari e dirigenti scolastici. Costoro, per quattro anni, hanno sventolato la bandiera del merito e della legalità, salvo poi bussare ripetutamente alle porte della politica per chiedere “sanatorie preventive” (prima) e “sanatorie riparatrici” dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Sentenza che dimostra con solide argomentazioni l’infondatezza di tutte le censure, ma che essi hanno impunemente offeso, definendola una sentenza “politica”.

Invece, al contrario, la politica sta tutelando proprio loro, i ricorrenti che vogliono vincere facile e fanno la voce grossa per essere risarciti; ma non si sa per cosa, dal momento che il Concorso è stato giudicato “regolare” dal Supremo organo di Giustizia Amministrativa.

E l’ultimo appiglio a cui si sono aggrappati, cioè gli avvisi di garanzia di recente notificati a dei funzioni romani, dovrebbero, a rigor di logica, riguardare tutt’al più i candidati, ricorrenti e non ricorrenti, valutati dalle commissioni di cui facevano parte questi presunti “irregolari” e non tutti (e soli) i ricorrenti di tutte le commissioni! Qual è il senso di tutto ciò? Come può accordarsi una sanatoria per bocciati con il concetto di “merito”?

Se, poi, la politica vuole compiere un’operazione a vantaggio del Paese e delle scuole bisognose di presidi, come mai- ci chiediamo-  si preoccupa di ripescare i bocciati e non già quei vincitori di concorso che, avendo superato tutte le prove, sono stati depennati sol perché non hanno potuto trasferirsi fuori regione?

In conclusione, Egregio Ministro Valditara, Le chiediamo di intervenire per impedire un’operazione che sta suscitando sdegno in gran parte dell’opinione pubblica. Glielo chiediamo per tutelare la dignità di chi supera regolarmente i concorsi pubblici e di chi ha superato il concorso DS 2017. Che, forse, non è piaciuto a qualcuno proprio perché ha tagliato le gambe alle tradizionali logiche clientelari e ha premiato, finalmente, il merito e l’onestà.

Articoli correlati

Back to top button