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Bimbo positivo a casa, per lui niente Dad. La polemica delle mamme

Lo scandalo dell'Istituto comprensivo Serao Fermi di Cellole: negato il diritto all'istruzione?

“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Così recita l’art. 34 della Costituzione italiana. Quello che garantisce il diritto all’istruzione per tutti. O meglio, occorre usare il condizionale. Perché purtroppo, tale diritto, non è sempre rispettato. A volte rimane pura teoria. La dimostrazione è la storia di un bimbo di 10 anni dell’Istituto comprensivo Serao Fermi di Cellole a cui sta venendo negato tale diritto. E con lui, ad altri studenti del medesimo Istituto.

La storia

Il giovane alunno si trova a casa, come altri suoi compagni, perché positivo al Covid. Fin qui nulla di nuovo. La denuncia della mamma del piccolo e di tante altre madri nelle stessa situazione, riguarda il fatto che a questi giovani studenti viene negata la Dad. E, con essa, il sacrosanto diritto all’istruzione. Com’è possibile che a due anni dall’inizio della pandemia ci siano ancora di questi problemi? Ecco la scandalosa testimonianza.

Le dichiarazioni della mamma del bimbo

“Oggi hanno riaperto l’Istituto dopo qualche giorno in Dad – spiega la mamma del piccolo studente – come da disposizioni del sindaco. La cosa grave è che non hanno previsto la didattica a distanza né peri bimbi positivi come mio figlio, né per quelli in quarantena. E non si capisce il perché. Noi genitori abbiamo inviato delle Pec all’Istituto e, per il momento, il Ds ci ha risposto che la Dad non è prevista e che mercoledì prossimo si farà un Consiglio d’Istituto per parlare della questione. E che l’Istituto sta semplicemente facendo fede alla nota congiunta del Ministero dell’Istruzione e quello della Salute. Che non mi pare – continu a affranta e arrabbiata la mamma – neghino la Dad ai bimbi costretti a casa. Ok, aspettiamo la riunione di mercoledì. E intanto chi li restituisce a tutti questi bambini i giorni di lezione persi? Noi mamme siamo scioccate. Dov’è garantito qui il diritto allo studio”? Appunto. Pare proprio che non lo sia.

 

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