Cronaca

Lezioni in tensostrutture e musei: il contratto non prevede didattica fuorisede per i prof. Troppi rischi per la sicurezza

Lezioni in tensostrutture e musei: il contratto non prevede didattica fuorisede per i prof. Troppi rischi per la sicurezza.

Il problema degli spazi, in vista della ripartenza di settembre, diventa ogni giorno più pressante. Individuare 70.000 nuove aule, questo più o meno il fabbisogno preventivato, non è impresa facile, soprattutto in tempi sempre più ristretti. Ogni giorno che passa l’impresa diventa sempre più improba. A rendere la situazione ancora più complicata arrivano le considerazioni dei sindacati sulle responsabilità dei dirigenti scolastici, sulla sicurezza, sulle mancate certificazioni, sui problemi della pulizia, sui banchi monoposto sui trasporti da utilizzare per raggiungere le sedi. Insomma su tutte le problematiche che il Cts e la stessa Azzolina, pare non abbiano valutato fino in fondo. ma c’è di più: molti docenti, contratto alla mano, stanno sottolineando come non vi sarebbe alcun obbligo contrattuale nello svolgere attività didattica ordinaria al di fuori della sede di servizio. Insomma le premesse non sembrano proprio le migliori. Forse sarebbe il caso di ripensare a lezioni all’aperto, nei musei e nei garages e immaginare in tempi extrarapidi una exit strategy immediata.

Ad evidenziare i vulnus sulla didattica fuori scuola è stato il Consiglio Regionale dell’Anp Lazio, che il 3 luglio si è riunito a distanza per un confronto sulle criticità connesse con la ripresa delle attività didattiche in presenza a settembre. “I dirigenti scolastici – sostiene Mario Rusconi, presidente Anp Lazio – non intendono andare alla ricerca di locali, in quanto tale azione non rientra nelle loro competenze”. Il sindacalista si sofferma, quindi, su mancato “obbligo”, poiché “non è previsto nel CCNL del comparto scuola né in altra fonte normativa, dei docenti di recarsi a svolgere attività didattiche in essi, con relative responsabilità nella vigilanza degli studenti e senza supporto di collaboratori scolastici”. In pratica, Rusconi sostiene che i docenti potrebbero puntare i piedi, contratto alla mano, e sostenere di non essere tenuti a recarsi nei locali individuati, adducendo motivi legati alla mancata sicurezza e sorveglianza degli alunni.

Un altro punto spinose è quello dei banchi monoposto: “sono già ora introvabili sul mercato – dice il leader di Anp Lazio – e la produzione non potrà mai soddisfare la richiesta su scala nazionale. Si chiede di capire come debbano muoversi i DS rispetto a questa accertata indisponibilità”. Rusconi ha anche sollevato il problema dei trasporti da utilizzare per recarsi a scuola a settembre: “nelle province del Lazio è tutto fermo da parte degli enti locali nell’attivazione di tavoli di confronto e di rimodulazione degli orari dei trasporti pubblici”.

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