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“Anni buttati”, basta con la frase che offende insegnanti e studenti

Nell'immaginario collettivo la didattica a distanza è stata vista come una sorta di "scuola di Serie B", ma così non è stato.

Anni buttati”, la frase che offende insegnanti e studenti. In tempi di pandemia quante volte abbiamo sentito questa dicitura? Nell’immaginario collettivo la didattica a distanza è stata vista come una sorta di “scuola di Serie B”, ma così non è stato. Non è stato tempo perso, né “anni buttati”. Perché docenti, studenti e famiglie hanno lavorato sodo rimettendoci di tasca loro nel vero senso della parola. Nessuno lo evidenzia, ma anche il consumo di giga, reti wifi, telefonate, corrente elettrica per tante ore al giorno, sono stati tutti a spese di famiglie di docenti e alunni sacrificati in questo anno esatto di pandemia.

In Campania e nelle altre Regioni arancioni, chiuderanno di nuovo gli istituti superiori e gli alunni, dopo poche settimane dal ritorno in classe, rivedono lo spettro della dad. Draghi parla di recupero delle “ore perse”, bisognerebbe spiegare al neo Premier che non si è perso assolutamente tempo in didattica a distanza. Questo potrebbero testimoniarlo anche gli stessi ragazzi, che hanno pagato a caro prezzo, soprattutto la mancata socialità. L’aggregazione è stata sacrificata in nome della pandemia, non la scuola, gli insegnamenti. Perché docenti e alunni hanno dato veramente tutto e continueranno a farlo per il bene della scuola.

 

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