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“La scuola impreparata per gli alunni disabili”, l’allarme di Dario Ianes

"Bambini, adolescenti e Covid-19 – l’impatto della pandemia dal punto di vista emotivo, psicologico e scolastico”.

È uscito per Erikson “Bambini, adolescenti e Covid-19 – l’impatto della pandemia dal punto di vista emotivo, psicologico e scolastico”.

Tra gli autori del libro il professor Dario Ianes, docente di Pedagogia e didattica speciale presso l’Università di Bolzano, che ha rilasciato un’intervista al quotidiano Il Manifesto.

Ecco alcuni passaggi: “Quale impatto emotivo ha avuto la pandemia sui bambini e gli adolescenti con disabilità?

Quello che abbiamo visto nel primo lockdown, dove abbiamo più dati ed informazioni, è racchiuso nella triade frustrazione-rabbia-collera con un peggioramento del 60% di comportamenti-problema”.

“A questi aspetti – ha aggiunto Ianes – se ne sono sommati altri come l’aumento dell’incertezza, dell’ansia e la propensione a ritrarsi in se stessi che hanno reso il ritorno a scuola a settembre ancora più difficile”.

“L’abbandono scolastico è molto legato a questi aspetti socio emotivi palesando le differenze socio economiche di partenza e ostacolando, ancora di più, quell’ascensore sociale che la scuola può rappresentare”.

“Con la Dad si sono penalizzati di più quegli studenti che arrivavano da famiglie più indigenti,

non solo per i divari tecnologici di partenza ma anche per elementi “strutturali” legati alla propria casa: affollamento, mancanza di privacy, interferenze dell’adulto…”.

Questi mesi sono stati, quindi, un pesante banco di prova per la scuola italiana?

“La pandemia è funzionata come un grande pettine che entra nel “ciuffo” della scuola

trovando tutti i suoi nodi: la scarsa disponibilità all’innovazione di una parte del corpo docente”.

“E poi la carenze strutturali legate ai ritardi sulla digitalizzazione delle nostre scuole, l’approssimativa connessione tra alunni con disabilità e il resto dei compagni. Tutti questi nodi “tirano” e fanno male”.

“Con una mano abbiamo tenuto il pettine e con l’altra abbiamo cercato di sciogliere i nodi”.

“Se avessimo potuto farlo con due mani, cioè affrontando tutte queste criticità per tempo, sarebbe stato tutto più facile, efficace e anche meno doloroso”.

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