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Sostegno, Uil Scuola Turi: “Si promettono investimenti, ma si riducono organici: diciamo no”

Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, è intervenuto sulla polemica sui posti di sostegno innescata dai vertici ministeriali mentre in corso c’è la disputa di Governo.

Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, è intervenuto sulla polemica sui posti di sostegno innescata dai vertici

ministeriali mentre in corso c’è la disputa di Governo: “Il decreto sul sostegno, scritto in attuazione di una delle

deleghe della Legge 107, porterà tagli di organico nei prossimi anni non è un pregiudizio ma una attenta lettura

delle norme. Dietro un lessico forbito e volutamente tecnocratico – osserva Turi – si comprende che si va verso la

riduzione dei posti di sostegno, in particolare per quelli in deroga. Quando si legge che «è rotto il sinallagma tra

gravità/rapporto 1.1» e che «si definisce un debito funzionale», che si pensa di fare cadere su tutti gli altri docenti

della classe, attraverso una formazione obbligatoria, si capisce che il cerchio è chiuso”.

Non ci saranno tagli, dunque? Vogliamo credere nelle rassicurazioni del dott. Max Bruschi, che si dice convinto –

proprio come noi, osserva Turi – dello straordinario valore del sistema di integrazione italiano, che è il fiore

all’occhiello del sistema scolastico italiano. Negli scorsi anni – ricorda Turi – abbiamo accolto delegazioni europee

venute in Italia per comprendere e studiare il meccanismo di integrazione italiano. Cambiare un sistema che

funziona non è saggio – sottolinea Turi. I vantaggi di metodo e di competenze attese, che si vorrebbero introdurre,

rischiano di riportarci indietro nel tempo. Gli altri sistemi scolastici europei, che vorrebbero imparare da noi, non

tagliano ma investono molto più di noi in istruzione in termini di percentuale sul PIL, lo dimostrano. Meglio non strafare ed evitare avventure tecnocratiche”.

Molte volte l’ansia di innovazione porta – come nel caso del maestro unico – a peggiorare la situazione sulla base di una narrazione che nasconde, invece l’idea di ridurre gli organici. E magari fare qualche risparmio. Quando Il Capo Dipartimento Bruschi indica nei 10 milioni di euro, programmati in più anni, lo strumento per formare gli insegnanti curriculari sulle specificità del sostegno, sta esplicitamente ammettendo – mette in chiaro Turi – che il deficit di supporto strutturale che andrebbe a detrimento dell’offerta formativa (si teorizza anche la possibilità di esonero per alcune materie), degli alunni con specifici bisogni, andrebbe ad essere compensato dagli insegnanti curriculari, su cui ricadrebbe la carenza (il debito funzionale). Non vi è sufficiente garanzia di inclusione, quindi si impiegano i docenti curricolari. Rotto il rapporto 1/1 (la rottura sinallagmatica) implicitamente si riconosce la riduzione dell’organico di sostegno, almeno 5 mila posti l’anno, secondo la relazione tecnica. Ciò che la mano destra concede in termini di aumento di organico di diritto di sostegno per il prossimo anno scolastico, la mano sinistra lo riprende con gli interessi. Ci piacerebbe tanto – aggiunge Turi – essere smentiti nei fatti. Sarebbe un risultato a vantaggio di tutta la scuola italiana. Per questo continuiamo a rivendicare tavoli in cui ci sia un confronto di merito, sempre evitato da questo ministero“.

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