Tiene banco il caso della maestra di Torino licenziata per il caso di revenge porn. La direttrice della scuola, in tribunale, ha dichiarato: “Io non l’ho licenziata e non avevo intenzione di farlo. È stata lei a dimettersi di propria iniziativa. Diceva che non si sentiva più in grado di guardare in viso i genitori dei bimbi“. La vicenda risale al marzo del 2018, secondo l’accusa la maestra fu costretta a lasciare il posto di lavoro sotto la pressione dell’istituzione scolastica.
Nell’inchiesta sono indagate cinque persone e rispondono a vario titolo dei reati di diffamazione, violenza privata e divulgazione di materiale privato. Tra loro anche direttrice dell’asilo dove la giovane maestra lavorava; è accusata di aver obbligato la ragazza alle dimissioni e di averla diffamata di fronte ai genitori dei bambini. “Lei – ha affermato la dirigente scolastica – era sconvolta. Piangeva. Le avevo suggerito di andare da un avvocato o dai carabinieri. Spiegò che non lo aveva fatto perché amava il suo ragazzo. Sosteneva che avrei dovuto licenziarla o che in alternativa si sarebbe dimessa. Abbracciò sue colleghe, mi salutò ringraziandomi e se ne andò”.