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In arrivo corsi di recupero per i ragazzi penalizzati dalla DaD.

Azzolina ha ripreso il suo accorato discorso contro la DaD, da lei ritenuta inaspettatamente negativa.

Con queste parole la Ministra Azzolina ha oggi ripreso il suo accorato discorso contro la DaD, da lei ritenuta

inaspettatamente negativa.

Secondo la Ministra, non c’è più tempo e il danno subito dagli studenti è tale da non permettere alcun dubbio

sulla necessità di avviare nell’immediato corsi di recupero pomeridiani per  salvare il salvabile.

Non si può aspettare l’estate ma vanno immediatamente organizzate le attività indispensabili a raggiungere gli

alunni svantaggiati dalla “chiusura delle scuole”.

Dal punto di vista dei docenti queste dichiarazioni sicuramente suscitano sentimenti contrastanti e non poche

preoccupazioni. Alla vigilia di Natale, senza alcuna concertazione, la Ministra dichiarava di aver trovato la

soluzione per riaprire le scuole in presenza, scaricando di fatto sui territori e sulle scuole la responsabilità di

organizzare un piano di rientro.

Nessun intervento economico ha accompagnato quelle presunte misure, determinando di fatto un’ulteriore

chiusura in presenza delle scuole secondarie di secondo grado in quasi tutto il territorio nazionale. Le misure

individuate, come tutti sanno, vedono la ripresa in presenza con doppi turni di entrata e di uscita, per favorire il

distanziamento fisico sia per gli spostamenti che a scuola, imponendo un inedita e improvvisa rimodulazione

degli orari scolastici con ripercussioni massicce su tutta l’organizzazione scolastica e professionale delle scuole e

dei docenti.

Nessuno scrupolo, insomma, nell’imporre a tutta la comunità scolastica  di riprogrammare tutto, senza considerare o incidere per attutirlo che ciò avrebbe comportato (o comporterà se e quando sarà attuato)  di vivere come sbandati per gli studenti e i docenti di quei territori non serviti da una rete di trasporti pubblici adeguata.

La Ministra, ora, punta i piedi e protesta contro le Regioni che hanno fatto slittare il rientro a scuola, vuoi per gli indici di contagio ancora alti, vuoi per l’inadeguatezza della “soluzione” imposta alle scuole superiori per la riapertura.

Se riuscisse nel suo intento di riaprire le scuole superiori in presenza, come pensa, fuori dagli slogan, di attuare anche corsi di recupero pomeridiani, se di pomeriggio le scuole sono abitate dagli studenti di un turno?

Li recuperiamo in DaD o in presenza la mattina, se frequentano il pomeriggio?

E gli studenti della mattina?

Insomma, per fare dichiarazioni politiche sarebbe necessaria una visione di insieme e che tenga conto anche delle condizioni in cui è stata costretta la scuola a riorganizzarsi, per garantire il diritto allo studio di milioni di alunni.

Non ci stancheremo mai di dirlo, inoltre, che ogni provvedimento presupporrebbe un investimento di risorse.

Quelle umane, i docenti e il personale scolastico tutto, ci sono, ma non è possibile considerare un impiego coatto delle risorse umane da parte delle istituzioni, perché ciò comporta, in uno Stato di Diritto, una opportuna concertazione e il diretto coinvolgimento della categoria interessata che già da mesi sta subendo di tutto, sia professionalmente che politicamente.

Valeria Bruccola

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