AperturaAtaCopertinaCronacaDidatticaDocentiNews

“Ricambio d’aria a scuola per abbassare i rischi del contagio”, cosa c’è da sapere

Giuseppe Valditara spiega che nelle scuole italiane non ci sono impianti di areazione.

L’epidemiologo Gianni Rezza, nel corso della conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica,

ha ricordato che “il ricambio dell’aria è molto importante: laddove c’è ricambio d’aria c’è minore probabilità

di diffusione dell’infezione da SarsCov2.  E’ assolutamente importante non fare ristagnare l’aria”. Lo ha ribadito

come concetto generale che si può chiaramente estendere anche alle aule, alla scuola.

RICAMBIO DELL’ARIA FONDAMENTALE PER ABBASSARE I RISCHI DEL CONTAGIO

Giorgio Buonanno, professore ordinario di Fisica tecnica ambientale all’Università degli Studi di Cassino e alla

Queensland University of Technology di Brisbane (Australia) ha di recente spiegato che “i luoghi critici sono gli 

ambienti chiusi di dimensioni ridotte e con limitata ventilazione, soprattutto con un tempo di permanenza elevato”,

proprio come a scuola.

In Italia, però, come confermato da Giuseppe Valditara, “l’installazione di impianti di areazione in grado di  garantire il ricambio dell’aria e controllare il livello di umidità avrebbe potuto permettere la riapertura delle scuole  in sicurezza, ma spiace constatare che a nove mesi dalla prima ondata del Covid-19, il governo si accinga a riaprire  le scuole il 7 di gennaio con le lezioni in presenza senza che sia stato fatto nulla sull’areazione”.

 STARE IN CLASSE COL CAPPOTTO?

Cosa bisogna fare, dunque? Tornare a scuola facendo calcoli tra rischio di contagio e freddo aprendo di tanto in tanto le finestre per far cambiare aria? C’è chi suggerisce, non senza un pizzico di ironia, di far indossare il cappotto agli studenti durante le lezioni.

Il punto è che le temperature invernali possono essere causa di raffreddori e influenze, cause che impediscono a docenti, Ata e alunni di recarsi a scuola con, tra l’altro, sintomi simili a quelli del Covid-19.

Nel frattempo le scuole superiori si preparano al rientro il 7 gennaio, ma l’agenda la detta la situazione epidemiologica e c’è chi, come il virologo Andrea Crisanti “una terza ondata è una certezza in questa situazione, non c’è bisogno di previsioni“. 

 

Articoli correlati

Back to top button