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Il virologo Clementi: La scuola va riaperta, anche a rischio aumento contagi. Dovremo distinguere influenza da Covid

Il virologo Clementi: La scuola va riaperta, anche a rischio aumento contagi. Dovremo distinguere influenza da Covid
“La scuola va riaperta, senza se e senza ma. Così come non si poteva non chiudere nell’ultimo semestre dello scorso anno scolastico, ora non possiamo non riaprirla perché il danno culturale ed economico sarebbe incalcolabile. Se si sono già persi 100 miliardi nell’industria e nel commercio, quanto perderemmo ancora se provocassimo un ritardo di due anni al percorso degli studenti?”. In questo momento non è solo il rischio sanitario a preoccupare Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Virologia e microbiologia dell’ospedale San Raffaele di Milano e ordinario della stessa cattedra all’Università Vita-Salute. Il docente ne parla in una intervista al quotidiano Avvenire. “Intendiamoci la ripartenza scolastica presuppone ogni precauzione sanitaria utile ad arginare nuovi focolai”.
Ma in che modo si conciliano la ripresa delle lezioni dal vivo e il rischio contagio? “Nello stesso modo in cui stiamo facendo convivere la ripresa della vita sociale e il controllo della diffusione del virus. Immagino i titoli dei media quando ci sarà il primo docente positivo, e ci sarà, ma dobbiamo farlo. La scuola va mantenuta aperta e gestita come gestiamo gli altri ambiti della sanità. Nelle scuole dobbiamo fare un ulteriore sforzo, e cioè distinguere i casi di Sars-Cov-2 da quelli di influenza stagionale. Sembrerà paradossale ma anni fa la salute degli alunni era più monitorata. Il Covid-19 ci sta anche insegnando molto. Perché, per esempio, non ripristinare la medicina scolastica? Una volta c’era il medico scolastico, era un medico di base che svolgeva un compito aggiuntivo: aggiornava le cartelle vaccinali degli alunni, ordinava schermografie ad anni alterni per prevenire la tubercolosi o altre malattie polmonari, garantiva un controllo nel tempo. Quanto importante potrebbe essere oggi, non solo in ottica Covid-19”.

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