Cronaca

Coronavirus, ora colpisce i giovani. La riapertura delle scuole ad alto rischio, ecco i tre scenari epidemici previsti

Età dei contagiati si abbassa, il virus colpisce ora i giovani: Ecco i tre scenari epidemici previsti con la riapertura delle scuole.

I nuovi casi di coronavirus giornalieri continuano a salire, l’indice che misura la contagiosità è tornato sopra la soglia di 1 e l’età media dei malati si abbassa. Per questo è in arrivo un Dpcm, in cui saranno ribadite le tre regole auree: uso delle mascherine nei luoghi chiusi, distanziamento sociale e igiene. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, rivolge in particolare ai giovani un appello alla cautela: “Serve più attenzione. Siete il principale veicolo di contagio”.

L’età media dei positivi al Covid è scesa a 40 anni dai 60-65 di due mesi fa: un dato che preoccupa soprattutto in vista dell’autunno, quando la pandemia potrebbe riprendere forza e contestualmente ci sarà la ripresa delle scuole e dell’università. Il governo ha già in mano un documento riservato, in cui sono analizzati tre possibili scenari: dal migliore, in cui i contagi rimangono sotto controllo, all’ipotesi peggiore in cui la seconda ondata assume le stesse proporzioni di quanto già vissuto a marzo.

Il documento stilato dal dicastero della Salute e dall’Iss parte da due punti certi: la pandemia ci accompagnerà almeno per tutto l’inverno e la scuola sarà uno dei fattori che probabilmente farà crescere il numero di contagi. Il dossier, scrive il Corriere della Sera, ipotizza che il ritorno in aula possa incidere sull’Rt di un +0,4. Il primo scenario ipotizzato da ministero e Iss prevede una “Sostenuta ma sporadica trasmissione locale“, quindi con la capacità del sistema sanitario di reggere alle richieste. Nella seconda ipotesi invece la trasmissione diventa “diffusa e sostenuta”: aumenta la pressione sugli ospedali ed è prevista l’attivazione di misure straordinarie già preparate. Il terzo scenario invece è quello in cui la situazione per il sistema sanitario diventa ancora più complessa: è quindi già prevista l’attivazione di “misure straordinarie che coinvolgono anche enti e strutture non sanitarie”.

Il documento prevede anche delle contromisure, dei suggerimenti al governo su come intervenire rapidamente per evitare di farsi trovare impreparati. Innanzitutto il coordinamento fra enti locali e un efficacie monitoraggio del Covid: servono dati certi e comunicati rapidamente, in modo da sapere quali sono le zone a più a rischio. Le Regioni devono fornire informazioni ufficiali e affidabili sul numero di nuovi casi, sui tamponi e sui malati. Solo in questo modo il ministero della Salute e il governo potranno sempre avere la percezione corretta di quale sia l’andamento del contagio.

Infine c’è tutto il capitolo che riguarda il sistema sanitario: la necessità di avere sufficienti posti letto a disposizione, sia in terapia intensiva che ordinari. Poi le attenzioni da rivolgere al personale, affinché sia formato e preparato a una nuova emergenza, abbia a disposizione i farmaci necessari e i dispositivi di protezione. Proprio la carenza di mascherine è stata una delle gravi lacune della prima emergenza: i canali di approvvigionamento dovranno sempre essere tenuti sotto controllo, in modo che i rifornimenti di dpi e di macchinari siano sempre garantiti.

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