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Insegnanti, scioperare costa? A fine mese previste altre due agitazioni

Insegnanti, scioperare costa? A fine mese previste altre due agitazioni

“Oggi sciopero” e gli studenti non possono partecipare alle lezioni. Avviene ogni volta che gli insegnanti decidono di rivendicare attenzione da parte del governo, un diritto sacrosanto quello di scioperare, ma che tuttavia ci restituisce un quadro della situazione piuttosto originale. Come segnalato dal Corriere della Sera gli scioperi proclamati dagli insegnanti non sempre riscontrano adesioni di massa: viene stimato che solo 1 docente su 100 aderisce, ma ciò rende comunque impossibile per le scuole programmare l’attività didattica e quindi gli studenti restano a casa. E a nulla importa se poi a scioperare sono solo pochi insegnanti.

È stato calcolato infatti che a fronte della modesta adesione alle rivendicazioni sindacali sono state perse due milioni e mezzo di ore di lezioni solo nell’ultimo anno. Con un impatto economico stimato in almeno 60 milioni di euro. Intanto gli studenti restano a casa. La scuola si garantisce con la solita comunicazione inviata alle famiglie: “Si avvisa che non si garantisce il regolare svolgimento delle lezioni” e a poco importa se poi in realtà a scioperare è appena un docente su cento. Scioperando, un docente rinuncia alla quota di stipendio giornaliero, gli altri 99 intascano la paga regolarmente pur senza avere studenti in classe.

Che poi la questione degli scioperi degli insegnanti impatta sicuramente in maniera meno importante rispetto agli scioperi degli studenti. Tanto più che con l’avvicinarsi del Natale siamo ormai vicini ai soliti periodi in cui i ragazzi si prodigano in autogestioni e occupazioni di istituto. Senza contare che proprio questo novembre è stato un mese nero per quanto riguarda la frequentazione delle aule scolastiche anche a causa del maltempo che ha fatto chiudere i plessi scolastici in tantissimi comuni d’Italia, soprattutto al Sud.

Intanto alcune sigle sindacali hanno proclamato due nuovi sciopero tra pochi giorni. Il 27 novembre scenderanno in piazza tutti i lavoratori del settore amministrativo di scuole pubbliche e private, infatti è stata la Feder. A.T.A. a proclamare lo sciopero per tutto il giorno di questa categoria di lavoratori. Le motivazioni della protesta sono molte, a iniziare dalle assunzioni di dipendenti attraverso le cooperative per quanto riguarda i profili di collaboratore scolastico. Proseguendo anche con la questione riguardante l’immissione in ruolo su tutti quei posti disponibili e vacanti in organico di diritto. Inoltre A.T.A. è contro l’alleggerimento dei posti come collaboratore scolastico ed assistente amministrativo al cospetto di contratto di collaborazione coordinata e continuativa. E i motivi non sono ancora finiti, sono davvero molti, e proprio per questo il 27 novembre potrebbero verificarsi dei disservizi all’interno delle scuole, ma dipenderà da scuola a scuola e da classe a classe.

Due giorni dopo, il 29 novembre, lo stesso Miur a darne notizia con una nota, dove si può leggere che lo sciopero riguarderà “tutto il personale docente e dirigente, di ruolo e precario, in Italia e all’estero”, ed è stato proclamato da SISA – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente e da USB – Unione Sindacale di Base. E sempre in tema di scioperi, il 29 novembre è il giorno scelto anche per il quarto sciopero globale del clima, che potrebbe vedere anche in quella giornata un’ingente quantità di ragazzi e adulti scioperare per l’ambiente.

Non resta che attendere e capire quanti realmente aderiranno all’agitazione. I dati fino ad ora sono eloquenti.

 

 

 

 

 

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