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Il Coronavirus soffre il caldo? Lo scienziato: Forse sì, ma l’estate è lontana

Dati alla mano l’espansione del contagio viaggia lungo una sottile linea fredda. Da Wuahn dove la temperatura in  questi mesi no ha mai superato gli otto gradi, a altri paesi come Corea del Sud e Giappone dove raramente si è arrivati a 12 gradi. Per non parlare dell’Europa, dove è inverno, mite ma inverno o l’Iran dove fa abbastanza freddo. Per gli esperti che analisi tutti i dati legati a un’epidemia si tratta di numeri abbastanza normali. Le epidemie da Corona, come lo è il Covid-19 si sviluppano meglio a basse temperature.  Si spiega così che in Thailandia, paese in cui la presenza di turisti e uomini d’affari cinesi è massiccia i positivi segnalati sono appena 59 (70 milioni di abitanti). Ma è così in tutta l’area asiatica sub tropicale. Temperatura di Bangkok: 34 gradi. Singapore, città-stato con una foltissima comunità cinese ed hub della grande finanza e del business, i positivi sono 178 (5,5 milioni di abitanti). Temperatura di Singapore: 32 gradi. Indonesia, colosso con 270 milioni di abitanti, con mete turistiche frequentate da viaggiatori di tutto il mondo come Bali, numero di positivi: 34. Temperatura di Bali: 31 gradi.

Ieri durante una diretta Facebook il professor Guido Silvestri, ordinario di Patologia Generale alla Emory University di Atlanta, co-promotore del Patto trasversale per la scienza insieme a Roberto Burioni, rifletteva: «Il fattore climatico è una cosa su cui speriamo molto. Non per ragioni scaramantiche, non perché vogliamo fare degli scongiuri, la mia professoressa del liceo ci richiamava ai gesti apotropaici. In realtà è seriamente possibile che una temperatura più alta freni la diffusione più alta del virus. Ci sono una serie di cose che stanno andando in quella direzione. Ad esempio, la difficoltà che sembra avere il virus ad andare sotto una certa latitudine o raggiungere zone con temperature più alta. Con l’arrivo della bella stagione vedremo, anche se al momento è solo speculazione».

Silvestri l’altro giorno aveva anche spiegato: «Speriamo in un andamento stagionale del nuovo agente patogeno, che potrebbe vedere l’epidemia finire o comunque rallentare notevolmente con l’arrivo della bella stagione».

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