Opinioni

In arrivo 16.000 assunzioni, ma la promessa di settembre è irrealizzabile

Finalmente qualcosa si muove in favore della Scuola. Il miliardo e mezzo di investimenti previsti nel decreto rilancio rappresentano più di un segnale. Come lo sono i 16mila posti in più per il concorso ordinario e straordinario. La notizia è stata data quasi in contemporanea da tutti i protagonisti della vicenda: dal ministro dell’Economia Gualtieri, alla titolare dell’Istruzione Azzolina. Ma non sono mancati la viceministra Anna Ascani e parlamentari di Pd e Cinque Stelle. Insomma tutti felici di puntualizzare la novella. Che indubbiamente è buona, soprattutto in un momento in cui l’economia va verso una recessione epocale.

L’idea che si investa sulla scuola per combattere la crisi è finalmente un segnale positivo. Un po’ meno, però, sono gli annunci di corredo alla notizia. Che i politici si sono affrettati a dare. E’ il caso, per esempio, proprio di Gualtieri che ha parlato di immissioni in ruolo già dal prossimo settembre. O di Camilla Sgambato, responsabile Scuola del Partito Democratico. La Sgambato ha sottolineato come “Ciò consentirà alle scuole di ripartire a settembre con più docenti in cattedra e realizzare quelle ipotesi di distanziamento necessarie per la ripresa delle attività didattiche in piena sicurezza”.

Si alimentano così aspettative, si progetta una scuola che potrebbe, in parte fare a meno della didattica alternata o dei doppi turni ipotizzati per la ripresa. Forse, però, un po’ di sano realismo sarebbe d’obbligo. Soprattutto da parte di chi governa.  Difficilmente, infatti, il concorso straordinario emetterà le graduatorie dei vincitori con l’inizio del prossimo anno scolastico. Se qualcuno ipotizza di  permettere il distanziamento degli alunni, quindi la divisione delle classi in almeno due gruppi, al fine di rispettare i protocolli di prevenzione del contagio da Coronavirus, sono altre le soluzioni da intraprendere. Almeno per i primi mesi dell’anno.

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