Corsi pomeridiani a maggio e settembre per recuperare le lezioni
Corsi pomeridiani di recupero e didattica online per far studiare i ragazzi anche nel periodo estivo: così ci si sta organizzando per riprendere tutte quelle lezioni che, inevitabilmente, andranno perdute.
Il piano
L’emergenza da coronavirus che ha investito l’Italia e, di conseguenza, anche la scuola non si ferma. È ormai chiaro che gli studenti non torneranno in classe lunedì 6 aprile. Forse lo potranno fare solo un mese dopo, agli inizi di maggio. Ma tutto dipenderà da come evolverà l’epidemia da Covid-19. Nel frattempo, in attesa di veder scemare il numero dei contagi, gli istituti scolastici si stanno adoperando per colmare quel vuoto che si sta venendo a creare. Il percorso in presenza sarà attivato, se la scuola riaprirà a maggio. Ci saranno corsi pomeridiani di recupero dei docenti delle singole classi che potranno riprendere così le fila del discorso. Il recupero, proprio come accadeva fino allo scorso anno per i debiti formativi, riprenderà anche a settembre.
Corsi pomeridiani
Una full immersion per recuperare il contatto perduto. Intanto si procede sulla strada della didattica a distanza che, avviata per la prima volta, sta coinvolgendo gli studenti. E, soprattutto, i docenti che si stanno mettendo alla prova con l’uso delle tecnologie. Il sistema delle lezioni online potrebbe quindi andare a regime ed essere sfruttato anche nel periodo estivo con i docenti disponibili. Con i ragazzi che, per ripassare o approfondire le materie più lacunose, potranno sempre sfruttare il materiale online già disponibile. Corsi pomeridiani da tenere già a maggio e, sicuramente, anche a settembre.
I dirigenti scolastici
«E’ importante – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio – che anche durante l’estate ci sia la didattica a distanza. Tra giugno, luglio e agosto, infatti, i ragazzi potranno mantenere il rapporto con la scuola. I docenti, che vorranno collaborare, potranno dare l’input ai ragazzi che poi, con i materiali selezionati a disposizione, andranno avanti con lo studio. Potremmo utilizzare anche il sito dell’Indire: possiamo inserire lì gli argomenti, divisi per classe e ordine di studio. Dobbiamo creare una sorta di biblioteca del sapere, per i nostri studenti, affinché non vadano a cercare su internet senza una guida, rischiando di incappare in bufale e fakenews. Gli studenti non devono subire il contraccolpo di una situazione mai avvenuta prima dal dopoguerra a oggi».
Gli investimenti
Il ministero dell’istruzione, nelle ultime settimane per fare fronte all’emergenza, ha investito 85 milioni di euro per il potenziamento della didattica a distanza e 8,2 milioni per sostenere il lavoro dei docenti “animatori digitali”, che promuovono le attività online nelle singole scuole. Il progetto, quindi, è destinato a durare nel tempo e sarà disponibile per questo anche dopo la fine della scuola. «Nell’arco di pochi giorni – ha spiegato ieri la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, durante il question time – si sono resi necessari provvedimenti che hanno richiesto ai dirigenti scolastici l’attivazione delle modalità di didattica a distanza, per tutta la durata della sospensione delle attività nelle scuole, quale interazione tra docenti e studenti. E’ il momento connettivo che conserva e fortifica la trama dei rapporti e consente, inoltre, di condividere la sfida nuova e difficile che la scuola ha di fronte».
Le difficoltà
Un progetto che, con tante difficoltà, in base ai dati del Miur dove attivato ha raggiunto la quasi totalità degli studenti: «Le istituzioni scolastiche – ha continuato Azzolina – che hanno attivato sistemi di didattica a distanza sono riuscite a coinvolgere circa il 94% degli studenti utilizzando molteplici strumenti e l’89% delle scuole ha predisposto specifici materiali per gli alunni con disabilità. I dati del monitoraggio confermano una grande solidarietà della comunità scolastica, testimoniata dal 41% delle istituzioni interpellate che hanno attivato forme di collaborazione. In ogni caso riapriremo solo nella massima sicurezza». Il tempo perduto andrà recuperato con i corsi pomeridiani, ma resta l’incognita su come giustificare anche contrattualmente questo sforzo dei docenti che, comunque, anche in questo periodo stanno svolgendo il proprio lavoro anche se a distanza.
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