Opinioni

Burioni: I tamponi per scoprire il contagio sono inutili. Occorre un’altra strategia

Tamponi sì, tamponi no. Chi vuole farli a tappeto, i governatori di Veneto e Toscana, e chi preferisce farli solo ai sintomatici. Per l’Oms andrebbero fatti per ridurre il contagio e mappare al meglio la diffusione epidemica. Nel dibattito interviene il virologo Roberto Burioni con un articolo sul sito medicalfacts. Come sempre si tratta di un intervento destinato a far discutere. Perché per Burioni i tamponi vanno fatti solo a chi è guarito.

In alcune zone del nostro Paese la diffusione dell’infezione è tale da rendere i tamponi  poco utili: considerando la diffusione del coronavirus e la frequenza delle infezioni asintomatiche, delle quali abbiamo già parlato stamattina , è corretto assumere che ogni singola persona possa essere infettiva. Fare il tampone, dunque, in questo momento non servirebbe a fermare l’epidemia, che può essere arrestata solo e solamente dal nostro restare a casa.

Al contrario, ci sono molti pazienti – io stesso ne seguo telefonicamente una ventina –  che hanno contratto certamente il coronavirus (la sintomatologia non lascia dubbi) e che al momento sono, con sintomi più o meno lievi, isolati a casa loro, attendendo la guarigione. Fargli il tampone servirebbe a poco, se non a esporre a rischi l’operatore sanitario: la diagnosi clinica lascia pochi dubbi e non hanno bisogno di terapie particolari, ma solo di pazienza e antipiretici (e di ospedali pronti ad accoglierli nel malaugurato caso dovessero peggiorare).

Però, una volta guariti questi pazienti dovranno tassativamente essere sottoposti a tampone, perché solo quando saranno risultati negativi – e non elimineranno più il virus – potranno uscire dall’isolamento in tutta sicurezza. Mi si dice che questo non potrà avvenire, in quanto mancando un tampone positivo non potrà essere eseguito un tampone (in realtà ne serviranno due, a distanza di almeno due giorni) per verificarne la guarigione. Se così fosse sarebbe una politica folle e autolesionista”.

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Roberto Burioni

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