Lettera aperta di Maurizio Parodi al ministro della Pubblica Istruzione, Lorenzo Fioramonti
Egregio Ministro,
a nome degli oltre 33 mila firmatari della petizione: “Basta compiti!” (change.org) e dei 13.800 iscritti alla omonima pagina Facebook, chiedo un suo intervento che induca le scuole (dirigenti scolastici, consigli di istituto, collegi dei docenti, regolamentare l’assegnazione dei compiti a casa, laddove si ritenga necessario ricorrere a una pratica abbandonata da tempo, per manifesta inadeguatezza didattica, in scuole di eccellenza internazionale; iniziativa tanto più urgente considerata la mole soverchiante di lavoro inflitta, fin dai primi anni di scuola, agli studenti italiani e alle loro famiglie (dati Ocse) – basti ricordare che si danno compiti a casa persino ai bambini (6-11 anni) che frequentano scuole a tempo pieno: dopo 8 ore di immobilità forzata in aule più o meno confortevoli e sovraffollate, non è infrequente che si assegnino compiti tutti i giorni, nei week end e durante le vacanze, come dimostra la letterina eloquente e rispettosa che allego, scritta da Maria, una bambina di Roma che frequenta una scuola primaria a tempo pieno (ma potrei recapitarle migliaia di messaggi scritti da genitori disperati per le condizioni di sofferenza inflitte, senza ragione e misura, ai loro figli).
I docenti che decidano di assegnare i compiti devono esplicitare gli obiettivi che in tal modo ritengano di poter conseguire, e indicare le prove (indicatori, descrittori…) attraverso le quali sia possibile verificare l’efficacia di una pratica pedagogicamente controversa, così da stabilire se sia il modo migliore o l’unico per raggiungere i risultati attesi.
Un intervento di siffatto tenore rientrerebbe nelle Sue prerogative e non sarebbe in contrasto con la “libertà di insegnamento” del singolo docente, con l’autonomia delle scuole e neppure con le attribuzioni del dirigente scolastico, e sarebbe ampiamente legittimato dalla necessità di garantire allo studente il “diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…” sancito dall’art.31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dallo Stato italiano il 27 maggio 1991, con legge n.176.
A titolo puramente esemplificativo, riporto il mio “Regolacompiti”, dichiarandomi fin d’ora disponibile a qualsiasi chiarimento reputasse utile.
Distinti saluti.
Maurizio Parodi
Dirigente scolastico – Tutor Organizzatore (Università Cattolica di Milano)
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