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Scuola, boom dispersione in Dad: le scuse, l’amara realtà e chi abbandona per necessità

In Sardegna tanti alunni decidono di lasciare le lezioni ma c'è anche chi deve farlo perché ha pochi soldi

La  Dad non è per tutti e c’è chi preferisce abbandonarlo. Un po’ per necessità, ma anche per svogliatezza e noi. La scuola ai tempi della pandemia è cosi Una fotografia a tinte bianche e nere è stata realizzata dalla Nuova Sardegna .che ha analizzato i vari motivi che inducono gli studenti a lasciare la scuola

“L’umiliazione di genitori . si legge –  rimasti senza lavoro e costretti a scegliere se fare la spesa o garantire la didattica a distanza ai figli. E lascerà anche le lacrime di una ragazzina molto brava che la scuola l’ha dovuta abbandonare per andare a lavorare: troppo forte il senso di colpa nei confronti di mamma e papà,. Impensabile per lei continuare a studiare e non contribuire economicamente a risollevare il disastroso bilancio familiare. Storie fotocopia ripetute troppe volte e raccontate dai numeri: nell’isola già maglia nera per la dispersione scolastica – la percentuale è del 23% – il Covid ha provocato una lunga scia di abbandoni tra gli studenti della scuola media e dei primi anni delle Superiori.

TRA I QUATTORDICI E I SEDICI ANNI STOP ALLA DAD

L’età più critica è compresa tra i 14 e 16 anni, quella degli studenti coinvolti nella didattica a distanza. Tra chiusure imposte (come in questo periodo di zona rossa) o dovute ai periodi di quarantena per contatti con soggetti positivi, i ragazzi hanno trascorso molto più tempo a casa che a scuola. E per varie motivazioni molti di loro si sono arresi, interrompendo gli studi.

Sul fenomeno stanno lavorando dirigenti scolastici, sindaci e procure minorili: quella di Cagliari ha ricevuto 300 segnalazioni di abbandoni o di interruzione della frequenza scolastica in un solo mese a fronte di 700 fascicoli aperti, in media, in un anno. È uno dei dati più alti a livello nazionale ma la Sardegna è in buona compagnia nella morìa di studenti che colpisce soprattutto le regioni del centro sud per motivi economici e quelle del centro-nord per altre cause. In generale, i ragazzi più fragili – da soli davanti a un pc o a un tablet – non riescono a stare al passo dei compagni. E allora si arrendono, schermo spento, stop alla scuola.

L’ALLARME DEI PRESIDI

«La situazione è molto critica – spiega Anna Maria Maullu, presidente regionale dell’Anp, Associazione nazionale presidi e dirigente dell’Istituto professionale Pertini di Cagliari – con un notevole aumento di abbandoni sia nei centri urbani più popolati sia nei più piccoli paesi dell’interno dove la didattica a distanza resta improponibile». Dopo oltre un anno di Covid e di lezioni online, infatti, «ci sono ancora vaste aree della Sardegna dove il digitale è un sogno. Con connessioni ballerine che non garantiscono agli studenti una partecipazione costante. E dopo vari tentativi andati a vuoto, tanti gettano la spugna e saltano le lezioni». Poi ci sono i problemi logistici e di natura economica. “Tra chi ha abbandonato, ci sono ragazzi che fanno parte di nuclei familiari numerosi con più studenti in Dad.”.

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