Opinioni

Ammaniti: “I genitori di oggi sono ‘adultescenti’. Vivono un’adolescenza eterna e danneggiano i figli”

Si possono definire “adultescenti” i genitori che sembrano teenager. Una definizione curiosa, provocatoria, uscita dalla penna dello psicanalista Massimo Ammaniti, professore di Psicopatologia dello Sviluppo alla Sapienza di Roma e padre dello scrittore Niccolò.

Quello degli “adultescenti” è il tema dell’ultimo libro di Ammaniti, intitolato emblematicamente “Adolescenti senza tempo” (Raffaello Cortina Editore).  Il testo, redatto nella forma del saggio, spiega come l’adolescenza sia diventata “una condizione permanente”.

Un’eterna adolescenza

“Si vive – spiega Ammaniti  in un qui e ora dove il futuro è nebuloso, e dove il passato è quello lontano da cui ci si vuole staccare. I giovani così ristagnano in una passiva rassegnazione, nella quale le cose importante sono i social network, i telefonini e il consumismo. Sintetizzando: un tempo l’adolescenza finiva con i 20 anni, ora è pressoché eterna”.

Lo psicanalista attribuisce la responsabilità di questo fenomeno “Alla fluidità della famiglia, alle difficoltà a trovare lavoro, ma anche dalla diffusione della cultura del narcisismo”. A  farne le spese, è la “stabilità intergenerazionale del passato” chiarisce Ammaniti. Il mondo è più complesso, le persone sono molto più insicure, tutto è più fluido e instabile. Le famiglie non sono chiaramente più quelle del passato.

Al quesito se le responsabilità siano più dei genitori o dei figli, Ammaniti opta tendenzialmente per la prima soluzione. “Ognuno ha la sua responsabilità – spiega – I genitori forse ne hanno di maggiori. Quando un genitore compra al bambino di 8 anni il cellulare e lo asseconda in ogni moda, facendolo diventare fin dai primi anni preda del consumismo, la colpa è sua”.

Questione di identità

“Il tema dell’adolescenza – secondo lo psicanalista – oggi più che mai è il tema dell’identità: del raggiungimento di un’identità personale, che apre le porte al mondo adulto. È la necessità di prendere una direzione, di riconoscersi, di comprendere le proprie vocazioni e i propri interessi arrivando alla costruzione di un sé stabile”.

Una ricerca dell’identità che, rispetto al passato, secondo Ammaniti “scivola fino ai trent’anni”.

“Oggi – chiarisce l’esperto – sempre più i giovani vivono in famiglia e hanno un problema a distaccarsi dal mondo dei genitori”. Pertanto, il distacco generazionale si disfa e diventa nebuloso. Da qui il fenomeno degli “adultescenti”. Sono adulti che cronologicamente potrebbero essere dei genitori, ma continuano ad avere delle caratteristiche adolescenziali. Sono presi da loro stessi, dall’affermarsi, non vogliono invecchiare. Hanno un atteggiamento di deresponsabilizzazione assoluto.

Adultescenti: prodotto di giovanilismo e narcisismo

Le ragioni di questo fenomeno sarebbero rintracciabili “Nel giovanilismo imperante che si nutre di una spasmodica ossessione per la giovinezza” chiarisce Ammaniti. “In passato i genitori affrontavano un percorso che li portava ad essere adulti. Ora si vestono tutti allo stesso modo, con la felpa e con i blue-jeans, tutti vanno con il motorino e lo zainetto. Tende ad esserci un’omologazione che riguarda fasi diverse”.

Immediatamente il pensiero va ad alcuni protagonisti della politica contemporanea.

“Penso a Matteo Salvini e a Matteo Renzi – chiosa Ammaniti – appartengono a questa generazione, e forse è il motivo per cui a entrambi manca l’autorevolezza. Pensi a personaggi del passato come De Gasperi o Moro. E poi pensi soltanto all’uso di Twitter, dove il problema della continenza non c’è più. Questo riflette il mondo degli ‘adultescenti'”.

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