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Genitori no vax, il boom delle scuole parentali

Telegram il maggior veicolo per il "passaparola"

Da Nord a Sud. Fuori dai centri abitati, “nascoste” tra i boschi, nei posti più impensati per un’ipotetica location da adibire a scuola. Spopolano a quanto pare le scuole no vax, la soluzione che i genitori contrari alla vaccinazione contro il Covid-19 stanno adottano per provvedere da sole all’istruzione dei propri figli. Come? Ritirandoli dagli istituti pubblici e privati. Tra questi banchi, infatti, mascherine, distanziamento e vaccinazioni sono un ricordo lontano: i piccoli alunni vivono come se il Covid non esistesse.

Miur: l’istruzione parentale

Come si legge anche su sito ufficiale del Miur, “La scuola è aperta a tutti: lo dice espressamente l’articolo 34 della Costituzione. Un’alternativa alla frequenza delle aule scolastiche è rappresentata infatti dall’istruzione parentale. Conosciuta anche come scuola familiare, paterna o indicata con i termini anglosassoni quali: homeschooling o home education. Tutte queste espressioni indicano la scelta della famiglia di provvedere direttamente all’educazione dei figli. I genitori qualora decidano di avvalersi dell’istruzione parentale devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina un’apposita dichiarazione. Da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico ha il dovere di accertarne la fondatezza”.

Miur: i passaggi necessari

E ancora si legge: “A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo. Più recentemente è stato stabilito che in caso di istruzione parentale, i genitori dello studente, ovvero coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Questi studenti sostengono annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria. Fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. La scuola che riceve la domanda di istruzione parentale è tenuta a vigilare sull’adempimento dell’obbligo scolastico dell’alunno. A controllare non è competente soltanto il dirigente della scuola, ma anche il sindaco”.

Le scuole parentali e Telegram

A fare notizia per primi erano stati gli istituti ‘No Vax/No Mask’ dell’Alto Adige. Ora Tutto lo Stivale, dal Piemonte al Veneto, passando per il Lazio, sembrerebbe contaminato da scuole no vax. Basti andare su Telegram e cercare ‘scuola parentale’ per trovare gruppi in cui genitori si scambiano consigli e informazioni sull’istruzione alternativa dei propri bambini.

Le critiche dei genitori

Oggetto delle chat: critiche alla gestione della pandemia e ai vaccini, soprattutto dopo le notizie delle ultime ore sul via libera all’immunizzazione della fascia 5-11 anni. Sulle chat ci sono anche insegnanti No Vax e No Pass che, avendo lasciato il lavoro nelle scuole ufficiali o essendo in procinto di farlo, si rendono disponibili all’insegnamento parentale in queste strutture.

 

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