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Consiglio dei Ministri condannato a pagare circa 27mila euro, vittoria dello studio Petrenga

Lo studio legale di FederIstruzione vince una causa importante

Anche i ministri piangono. E pagano. In questo caso trattasi della “Presidenza del Consiglio dei Ministri in persona del Presidente p.t. Ministero dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca scientifica, Ministero della Salute, in persona dei Ministri pro tempore, rappresentati e difesi – ex lege – dall’avvocatura generale dello stato – Roma”. Che ha perso una causa contro lo studio legale Petrenga, lo studio di FederIstruzione, per non aver pagato “una remunerazione adeguata agli specializzandi nel periodo di formazione”. In questo caso si tratta di una donna laureata in Medicina e Chirurgia che aveva “vinto dopo regolare concorso, l’accesso alla scuola di specializzazione di ginecologia ed ostetricia presso l’Università di Napoli Federico II”.

Il fatto

La sig.ra S.A.R, (qui solo le iniziali), “Con atto di citazione per l’udienza del 08.10.2018 conveniva dinanzi al Tribunale in intestazione la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica e formulando le conclusioni di cui in atti. La parte attrice laureata in medicina e chirurgia, rappresentava di aver vinto, dopo regolare concorso, l’accesso alla scuola di specializzazione di ginecologia ed ostetricia presso l’Università di Napoli Federico II, con immatricolazione nell’anno 1986 e conseguimento del relativo diploma in data 30.09.1990. Lamentando la tardiva ed incompleta trasposizione in sede ordinamentale interna, delle direttive 362/75 e 363/75 CEE come modulate nella direttiva 82/76 CEE, con le quali in sede europea si stabiliva il diritto ad una remunerazione adeguata agli specializzandi nel periodo di formazione, sosteneva di non aver ricevuto alcuna forma di compenso in violazione della disciplina di indirizzo”.

La sentenza

Lo studio Petrenga vince e “sbanca” quindi il Consiglio dei Ministri. Il Tribunale di Roma, infatti, “definitivamente pronunciando, nella causa meglio identificata in epigrafe, dichiara il difetto di legittimazione passiva del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca Scientifica e del Ministero della Salute”. Inoltre “Accoglie la domanda attrice nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e per l’effetto la condanna al risarcimento del danno cagionato alla dr.ssa. Sabatino Rosa Anna che liquida nella misura di € 26.855,76 oltre interessi e maggior danno come in parte motiva, sino al saldo”. Infine “Condanna la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento delle spese processuali sostenute dalla dr.ssa Sabatino Rosa Anna che quantifica e liquida – ex DM 55/2014 – nella misura di € 3972,00 oltre rimborso forfettario spese generali, nonché IVA e C.p.A che Del ché è verbale”. Giustizia è fatta.

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