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Dispersione scolastica: come i genitori faticano a seguire i figli

Tra i 25 e i 64 anni quasi due milioni sono fermi alla licenza media, un dato che influenza gli abbandoni

Dispersione scolastica: cos’è e perché può rappresentare un problema per le nuove generazioni di studenti. La dispersione scolastica si riferisce all’insieme di comportamenti derivanti dall’ingiustificata e non autorizzata assenza di minorenni dalla scuola dell’obbligo. In particolare, il termine descrive la frequente assenza degli studenti di propria volontà. E non è da confondersi con le assenze per motivi di salute né con il doposcuola.

I dati

La Lombardia per tasso di dispersione scolastica, si colloca nella seconda metà della classifica tra le regioni stilata dall’Ong WeWorld, all’interno del rapporto 2021 “Mai più invisibili“. Anche il background culturale può incidere: nel rapporto “Mai più invisibili“ la Lombardia è all’11° posto per 25-64enniche hanno al più la terza media e 12ª per tassi di dispersione scolastica. Secondo i dati Istat, su un totale di 5.452.000 lombardi in quella fascia d’età, il 3% ha la licenza elementare o neppure quella (3%). 1.745.000 hanno la terza media (32%). Diploma breve per il 10%. Sono 1.802.000 le persone che hanno la “maturità“ (33%), solo il 22% ha una laurea o titoli superiori. Anche il background culturale può incidere. Nel rapporto “Mai più invisibili“ la Lombardia è all’11° posto per 25-64enni che hanno al più la terza media e 12ª per tassi di dispersione scolastica. Sfogliando i dati Istat, su un totale di 5.452.000 lombardi in quella fascia d’età, il 3% ha la licenza elementare o neppure quella (3%). 1.745.000 hanno la terza media (32%); diploma breve per il 10%. Sono 1.802.000 le persone che hanno la “maturità“ (33%), solo il 22% ha una laurea o titoli superiori.

Parola all’esperta

“Il tema della dispersione scolastica riguarda in particolare il passaggio dalla scuola media alle superiori – spiega Emanuela Confalonieri, docente di Psicologia dell’adolescenza all’università Cattolica – c’era stato un lento miglioramento. Il ministero e altre istituzioni ci stanno lavorando da anni investendo risorse, ma la situazione dovrà essere rivista alla luce del Covid. Anche a livello lombardo si deve lavorare ancora di più, visto che il tasso di dispersione conclamata è al 12,9%, più basso della media nazionale (che è al 14) ma ancora lontano dagli standard europei”. I segnali di un aumento della dispersione scolastica ci sono già, “perché la didattica a distanza non ha permesso di tenere sotto controllo gli alunni più fragili in partenza. La fragilità può essere individuale, ma anche delle famiglie che hanno più difficoltà ad aiutare i ragazzi o che, soprattutto nel primo lockdown, non avevano supporto tecnologico”. Poi le scuole si sono attrezzate.  “Sul benessere scolastico incidono diversi i fattori – conclude l’esperta – ma sicuramente meno strumenti hanno a disposizione le famiglie e più è difficile sostenere i ragazzi nel percorso. La scuola può fare tanto nell’ottica di una maggiore inclusione dei bambini che segnalano una fatica, che non deve mai essere sottovalutata”.

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