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Mancano supplenti? Cattedra agli studenti universitari anche con la metà degli esami

Cattedra agli studenti universitari. La bozza di ordinanza sulle nuove graduatori provinciali per le supplenze, sia quelle brevi sia quelle fino a un anno, è stata presentata nei giorni scorsi ai sindacati della scuola dal Ministero dell’Istruzione guidato da Lucia Azzolina.

La soluzione

Il Miur, per riuscire a colmare i posti previsti per il 2020-21 (alcune stime parlano di 250 mila contratti a tempo determinato), avrebbe deciso di dare la possibilità di insegnare nelle scuole materne ed elementari anche agli studenti che stanno terminando il terzo anno di Scienze della Formazione primaria. Un posto da supplente, in solitaria, senza un tirocinio o un affiancamento preliminare e affido della cattedra agli studenti universitari. Le graduatorie provinciali per le supplenze nella scuola primaria e d’infanzia sono strutturate in due fasce (ogni aspirante può scegliere una sola provincia):

Le fasce

Prima fascia riservata esclusivamente ai soggetti con l’abilitazione per insegnare ai più piccoli (vecchi diplomati magistrali o i laureati in Scienze della Formazione primaria). Seconda fascia: aperta anche agli studenti che a settembre si iscriveranno al quarto o quinto anno di università. Possibilità quindi di una cattedra agli studenti universitari. Oltre ad aver completato il terzo anno di università, gli aspiranti studenti-supplenti dovranno presentarsi a settembre con almeno 150 crediti dei 300 totali previsti dal corso di laurea. Dovendo fare un identikit, quindi, si tratterebbe principalmente di ragazzi di circa 22 anni, a metà del loro percorso di formazione, catapultati alla prima esperienza lavorativa, solitaria, con dei bambini tra i 3 e i 10 anni.

I rischi

Il docente di Pedagogia generale alla Bicocca di Milano, Raffaele Mantegazza, ha spiegato al Corriere della Sera quali siano i rischi di una scelta del genere. Soprattutto in un anno che sarà difficile anche per gli insegnanti più esperti, alle prese con le norme di sicurezza rese necessarie dal coronavirus. Secondo Mantegazza, infatti, sarebbe opportuno coinvolgere solo gli studenti iscritti all’ultimo anno di Scienze della Formazione primaria, con dei tirocini alle spalle. ;a comunque sempre in affiancamento a maestri più esperti. Anche perché, ha ricordato il pedagogista, qualche anno fa si è deciso di allungare il corso di laurea da 4 a 5 anni. Ma per ora non ci sono riserve da parte del Miur e la cattedra agli studenti universitari sembra più di un’ipotesi.

A caccia di prof

Capitolo supplenti a parte, resta sempre viva la necessità anche degli insegnanti di ruolo. Stando alle linee guida individuate dagli esperti del Comitato tecnico-scientifico, infatti, serviranno più docenti tra ingressi contingentati e possibili assenze in caso di malattia. Il governo ha già promesso un miliardo di euro per consentire l’assunzione di almeno 50 mila insegnanti a termine. C’è poi il tema della distribuzione dei docenti. Secondo la Cisl, delle 85 mila cattedre vuote, 50 mila sono concentrate in 6 Regioni del Nord: Piemonte, Lombardia, Emilia–Romagna, Veneto, Friuli Venezia-Giulia. Poi ci sarà una cattedra agli studenti universitari che vorranno fare questa esperienza.

 

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