Cronaca

Lezioni d’estate all’aperto nei parchi. L’appello dei genitori

Lezioni d’estate all’aperto. Bambini e ragazzi illanguiditi dai mesi chiusi in casa, ora ogni giorno più nervosi, stanchi, incerti davanti ad un’estate che si profila vuota di stimoli, vacanze, consuetudini. E, dopo la manifestazione “Priorità alla scuola” di sabato scorso, si ingigantisce sulla piattaforma Change.org la risposta alla petizione «No alla chiusura delle scuole e alla didattica mista», diretta alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Vicina alle 25 mila firme, e per il 3 giugno alcuni gruppi hanno lanciato sui social una sorta di “sciopero” non facendo connettere i bambini alle piattaforme scolastiche.

L’idea

Intanto dalla Liguria parte, lanciata solo due giorni fa da un gruppo di genitori, la “Proposta per un manifesto per la scuola dopo il Covid”. Partita già verso tutte le scuole liguri e le istituzioni. Mentre sui social crescono le adesioni di singoli e microgruppi che cercano di fare rete per avere la forza di farsi sentire, dicono le promotrici  che stanno raccogliendo idee e contributi nel gruppo Facebook “Riapriamo la scuola della Costituzione dopo il Covid.Ge”. Come quello di Marina Milan, storica docente dell’Università di Genova, che propone «a chi crede nella urgenza della scuola una straordinaria prova di Volontariato per fare lezione ovunque sia possibile». Lezioni d’estate all’aperto.

Lezioni d’estate

Trasformando l’emergenza «in una straordinaria lezione di etica pubblica. In Italia ci sono tre mesi, giugno, luglio e agosto, pieni di luce e di sole, pieni di spazi all’aperto, sale pubbliche e private tutte da occupare per fare scuola a piccoli gruppi nel rispetto delle regole sulla distanza fisica (non sociale) con modalità in presenza docenti, bambini e ragazzi. In qualsiasi luogo è possibile attrezzare un’aula con sedie e tavoli e una lavagna. Questa dovrebbe essere la vera invenzione-rivoluzione: mille, diecimila, centomila “aule” nelle piazze, nei giardini pubblici, nei parchi, nelle scuole, nei musei, nei teatri, al mare, in montagna, nelle città, oasi dell’apprendimento dove l’insegnare sia la grande lezione per la politica che risolve il problema scuola rimuovendolo». Così nasce quindi l’idea di tenere lezioni d’estate all’aperto.

Le critiche

Ma il Manifesto-Proposta, se da un lato incalza istituzioni e scuole a dare una risposta veloce per non buttare via i mesi dell’estate, chiaramente va oltre, pensando alla scuola che sarà a settembre e dopo. Tra i punti critici verso la DaD, la didattica a distanza, ci sono tre fattori: la disparità di capacità economica e tecnologica tra le famiglie, che scardina il concetto costituzionale di scuola uguale per tutti; l’aggravio di lavoro, anche con la quasi impossibilità di poter svolgere il proprio se costrette a casa, per le madri lavoratrici; e il rischio che «potenziare la Dad non aiuterebbe certo a incrementare posti di lavoro nel settore scolastico, anzi, sarebbe il preludio per tagliarne», segnala Paola Setti, una delle promotrici del manifesto. Come già noto, anche decine di insegnanti genovesi, di cui si è fatta portavoce Daniela Malini, hanno scritto una lettera alla ministra Azzolina invitandola a ripensare all’ipotesi della didattica via web o mista, segnalando la necessità di avere magari meno ore, ma di presenza fisica, in classe o altrove, tra insegnanti e studenti.

 

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