Opinioni

D’Avenia: facciamo scrivere un diario ai nostri bambini. Impareranno ad amare

Un diario. Il mondo con gli occhi dei bambini. Rappresentato attraverso l’emozione del ricordo recente. Il mondo attraverso i diari di un bambino. Che grazie a questa esperienza cresce, si fortifica, conosce sé stesso, impara ad amare. Leggendo uno scritto di Alessandro D’Avenia sulla necessità di un diario scopriamo tanto. Scopriamo come i bambini possano crescere non solo grazie alla Ps4. Esiste un mondo emozionale diverso. Leggiamo allora:  “Il tema dell’incontro è affascinante ma impegnativo: come si scrive un diario? Vedo le loro dita, capaci di una grafia ancora acerba, in attesa sulle pagine bianche. Ho cominciato leggendo l’inizio di Oscar e la dama in rosa di Eric Emmanuel Schmitt: il protagonista è un bambino di 10 anni che, nei giorni della sua degenza in ospedale, decide di scrivere un diario rivolgendosi a Dio. Sin dalle prime righe emerge che tenere un diario significa non poter mentire a se stessi.

Scrivere per ritrovare l’io perduto

Questo genere di scrittura, oggi più che mai, è necessario per bambini e adolescenti, perché nasce dal bisogno di ritrovare l’io perduto”.Per D’Avenia in un tempo come il nostro in cui l’io è disgregato, frammentato, confuso, scrivere è la salvezza. Scrivere un diario è la via di uscita dal caos. “Il diario è una forma di scrittura che libera e fa crescere l’io-soggetto, la cui dissoluzione porta all’estraneità a se stessi, che si manifesta con confusione, tristezza, paura, ansia…”

Amare è diventare testimone

Per il maestro-scrittore , quindi, amare è diventare testimone della vita di qualcuno. Di converso essere amati è avere un testimone per la propria. Un Tu che sempre accoglie la nostra vita così com’è, anche quando sembra inutile e perduta. Dietro al Tu dei diari si cela un amore divino, che mai si stanca di testimoniare a favore dell’io «vero e intero»

Un incontro magico

“Ho poi spiegato loro che il diario, da dies (giorno), si nutre d’una materia molto ordinaria. «Nulla die sine linea», diceva Plinio del pittore Apelle: non lasciava passar giorno senza tracciare almeno qualche linea, e noi potremmo dire almeno qualche riga, perché senza la scrittura, esercizio costante che unifica spirito e corpo, mente e mano, l’uomo tende a «smembrarsi», mentre quando scrive «rimembra», ritrova, giocando con la parola, la sua unità. Come spiega Cristina Dell’Acqua nel suo bel libro dedicato ai classici (Una spa per l’anima), «meditare» ha la stessa origine di «medicare»: chi medita cura e si prende cura di sé e del mondo, invece chi non ha vita interiore naufraga nelle tempeste della vita”.

La parola magica

Poi ho chiesto ai bambini di scrivere nella prima pagina bianca la parola che amano di più. Amicizia, fratello, amore, inter, vita… Mi ha stupito la bambina che ha scelto: magari, senza sapere che è una parola bellissima, che indica il desiderio umano, da una radice greca che significa «felice». Ognuno pronunciava la sua parola con il sorriso totale che accompagna quelle che chiamo «parole prime»: uniche, sorgive, indivisibili, come i numeri primi. Ho chiesto loro dove stavano queste parole? Un bambino, con metafora perfetta, ha risposto: «Nel fondo del cuore».”

Regalare un diario

Regalare un diario ai vostri bambini, come suggerisce D’Avenia e cominciare a farli scrivere ogni giorno. ” Un cuore con quattro parole a un tu testimone e amante, che li aiuti a coltivare la conversazione interiore, a non aver paura di aver paura, a innaffiare i desideri, a trovare ogni giorno la cosa bella che salva e la cosa brutta da curare o cambiare. Bastano pochi minuti: si innamoreranno delle «parole prime» e scopriranno che scrivere è noioso solo quando la posta in gioco è bassa, cioè quando non è la vita stessa”.

LEGGI ANCHE QUESTE NOTIZIE SU OGGISCUOLA

“Bassano sei tu?”. A Salerno il video di una prof diventa virale. Il web insorge: “Intervenga il Miur”

Carta del Docente: disponibile il nuovo bonus. Indicazioni tecniche per le iscrizioni 2019/2020

John Elkann: “Istruzione italiana obsoleta, si usa ancora la lezione frontale. Le scuole medie sono l’anello debole”

Elogio della lezione frontale: “Didattica è sentire che ciò che si conosce arrivi agli alunni senza sforzo”

Gite scolastiche, il Miur fissa dei limiti sulle destinazioni. Ecco cosa prevede la normativa per ogni classe

Scuola. Se l’alunno si fa male nell’istituto, l’insegnante è obbligato ad accompagnarlo in ambulanza

Augias: “Niente analisi logica e grammaticale a scuola, normale che i ragazzi non capiscano i testi”

Scuola, i sei giorni di ferie possono essere trasformati in permessi: ecco il codice da utilizzare

Leggi qui altre notizie su OggiScuola

Seguici anche sulla nostra pagina social Facebook

Articoli correlati

Back to top button