Coronavirus e sicurezza a scuola, di prof e Ata non parla nessuno. Eppure sono quelli più a rischio
Coronavirus e sicurezza a scuola, di prof e Ata non parla nessuno. Eppure sono quelli più a rischio
La conferenza delle Regioni ha predisposto un piano per la riapertura delle scuole. Lo ha già sottoposto alla ministra Azzolina. Un lavoro analogo è stato predisposto dal comitato tecnico istituito dalla ministra. In entrambi i lavori ci sono minuziosamente indicate regole e avvertenze per la ripresa. Quindi mascherine si, mascherine no. Divisori in plexiglas e ingressi differenziati e scaglionati.
Un elenco molto lungo da cui salta agli occhi immediatamente un dato: mancano Insegnanti e Ata. Non che non siano previste anche per loro delle regole, ma sono limitrofe al progetto, tangenti e mai determinanti. Come se un milione e mezzo di persone fossero trasparenti. Eppure quasi mezzo milione tra loro ha più di 55 anni, età considerata a rischio per un malato di covid-19. nemmeno un rigo, però, su quali siano le precauzioni che dovrebbe seguire.
Una barriera di plexiglas, in fondo, non si dovrebbe negare a nessuno. E le mascherine? Che dovranno fare con le mascherine? Per non parlare degli Ata, trattati dai tecnici ministeriali come materiale umano di seconda scelta. A loro andrà il compito di sanificare, pulire, riordinare, aprire e chiudere le scuole. Ma di come si dovrà procedere per la loro salute, nemmeno un rigo concesso alla stampa.
Allora si spera nei virologi, che in questi mesi hanno parlato di tutto. E Andrea Crisanti, a dire il vero qualche parola l’ha spesa. Appunto qualcuna: “Per proteggere gli insegnanti le mascherine sono sufficienti”. Non una parola in più. Se perfino i virologi sono così scarni non resta a docenti e Ata che sperare. Nulla di più.
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