Opinioni

Categorie di docenti a scuola, un prof: “Ci sono capi, prime donne, malati e insegnanti contro insegnanti”

Le categorie di docenti nella scuola viste dal prof. Marco Gaudino – qui il suo libro La scuola dentro

Insegnanti e docenti

Dovrebbero essere gli anelli di congiunzione tra genitori, figli e società.
Oggi, purtroppo, si possono dividere in diverse categorie

Insegnanti “capo” 

Molto attenti ad accaparrarsi le simpatie dei dirigenti, legati ai sindacati che ne tutelano l’incolumità, si sanno far ben rispettare dai loro alunni che li temono per il loro modo prepotente di porsi.
Confondono il rispetto con la paura, tramandando il concetto errato anche ai loro discenti. Stanno molto attenti ad accaparrarsi progetti e figure aggiuntive varie.
Benedetti i valori di una volta!
Questi tipi di docenti sono convinti di essere i migliori, anche i genitori, qualche volta, li temono.
Sono tristemente inseriti nella scuola della “crisi”.

Le prime donne

Le prime donne nell’ambito delle opere teatrali o cinematografiche, sono da considerarsi le protagoniste principali.
Nelle scuole, purtroppo, le “PRIME DONNE”che non sono riuscite a inserirsi nel mondo dello spettacolo e divenute “PROFESSORESSE O MAESTRE” con un bisogno esasperato del “farsi notare a ogni costo”, aspirano a incarichi e promozioni.
La maggior parte di esse riesce a raggiungere gli obiettivi, mirando a cariche dirigenziali.
In molti casi, per non dir sempre, hanno reso molte istituzioni scolastiche dei potenziali centri di nascita per associazioni, coadiuvate dai docenti maschietti, antifemministe.
Le donne “vere” hanno diretto, insegnato, riformato con lo stile di “Vere signore”, tracciando pagine di storia inesauribile nella scuola Italiana.
Basta ricordare la grande “Maria Montessori”.
Il futuro delle dirigenze scolastiche , se le “prime donne” non saranno contrastate dalle figure maschili, ormai sempre più in disuso, sarà un privilegio di queste “femmine” arriviste e con sete d’allori ma con pochi principi e valori etici.

Povera Scuola Italiana!

Poveri noi!
Le eccellenti professoresse e gran signore, presenti oggi nell’istituzione scolastica, non riescono a contrastare la loro ascesa troppo distante dall’essere signorile e intellettuale, nonché per nulla teatrale o cinematografica.
Molti dirigenti, soprattutto di sesso maschile,soccombono ai loro modi di essere: raccomandazioni o fascino femminile?
Forse senso di galanteria e desiderio di “viver sereni”.
Le prime donne “rompono”, altroché se scocciano!
Non piacciono neanche a Matteo!
Grazie alla loro opera per niente artistica, si assiste nelle scuole a vere “commedie” che rasentano l’inverosimile.

Insegnanti “malati”
Molto spesso assenti a scuola, vivono alla continua ricerca di “farmaci” in grado di guarirli.
Sono la rovina dell’Istituzione pubblica.
Eterni amici dei medici fiscali, sono ben accetti dai supplenti che accumulano punti e giorni sulle loro “malattie”.
Un ministro non biondo è riuscito, in parte, a risolvere il problema dell’assenteismo danneggiando anche quei docenti che di tanto in tanto avevano bisogno di qualche giorno di riposo.
Se non si va a lavoro, i risparmiati soldi della benzina o dei mezzi pubblici per arrivarci andranno allo Stato.
Forse sarebbe stato meglio devolverli per un’azione missionaria.

Insegnanti contro insegnanti

In diverse scuole italiane, il difficile rapporto tra colleghi che aspirano all’attribuzione d’incarichi, progetti,funzioni strumentali e ore eccedenti,rendono gli ambienti scolastici poco culturali e prestigiosi; per non dire poco raccomandabili.
Si consumano stati di mobbing poco gradevoli, rivolti soprattutto a chi ancora crede nella scuola come Istituzione, ricercando attraverso attività progettuali di sperimentare metodologie e strategie innovative; soprattutto dal punto di vista educativo.

Come combattere questo stato di cose senza correre il rischio di perdere il contatto con la propria professionalità?
Alcuni colleghi bistrattati hanno tentato di scrivere libri sulla questione,diventando scrittori, con l’amaro in bocca di non essere riusciti a farsi valere come docenti.
Il sistema invece c’è, basta soltanto ignorare e continuare a credere.
Credere che la scuola possa modificare il destino di una società ormai fatta solo di valori bollati, malata e nevrotica, la quale considera ancora i docenti: gli ultimi della “classe”.

Docenti che credono che:

Insegnare è… toccare una vita per sempre.

Si educa alla vita attraverso le discipline.

Si educa al rispetto e non alla paura delle istituzioni.

Bisogna essere gli anelli di congiunzione tra genitori e figli.

Bisogna essere pazienti, comprensivi, elastici, alla continua ricerca di qualcosa da imparare nella consapevolezza di insegnare.

Amare i propri alunni è amore per il proprio lavoro.

Cooperare e collaborare con tutti è normale.

Condividere le proprie esperienze è fondamentale.

e ancora…

Per insegnare bisogna essere onesti.

Rispettare i limiti degli alunni rappresenta il primo passo per aiutarli a migliorare.

Conoscere se stessi, è il modo per far comprendere anche agli alunni il senso del sè.

Insegnare è la professione più bella.

Rispettare le idee degli altri rappresenta una tappa fondamentale per portare avanti le proprie.

Accompagnare i propri alunni alle gite scolastiche è costruttivo.

Amare gli alunni è il fulcro dell’insegnamento.

ed anche…

L’insegnamento è la somma di tutte le professioni.

Instaurare un buon rapporto con i genitori degli alunni è la chiave per farlo con loro.

Aggiornarsi e continuare a studiare è fantastico.

Gli alunni ti fanno sentire giovane a ogni età.

Non esistono bulli, vandali, delinquenti, ma solo ragazzi disadattati.

Gli alunni si aspettano di essere compresi.

Non bisogna punire ma educare.

Prima di ogni altra cosa bisogna mettersi in discussione, sempre.

Correggere è proteggere

Sognare di cambiare la società attraverso l’opera educativa potrebbe essere un’utopia, ma potrebbe solo esserla.

Eleggere il proprio lavoro nel cuore di un alunno è il modo per non morire mai.

Il lavoro non è solo un diritto, ma il valore più grande che possa esserci.

Prima di giudicare gli alunni, bisogna giudicare il proprio sistema d’insegnamento.

Un banale raffreddore non può distogliere dal lavoro.

La politica non ha nulla da spartire con i docenti, se non per la preparazione educativa e didattica dei politici stessi.

Gli alunni insegnano e giudicano con imparzialità

 

I tagli al personale della scuola, sono un taglio alle possibilità di crescita intellettiva di una nazione.

La vita senza istruzione è un suicidio.

L’educazione è alla base di ogni rapporto umano, anche quello con i maleducati che tentano nei modi più subdoli di omologarci a loro.

L’educazione ai collegamenti interdisciplinari è il sistema per formare personalità con capacità di unire, fondere, progettare proiettandosi nel futuro, con la consapevolezza dell’imprevisto.

La mattina bisogna mettere la sveglia per non fare tardi al lavoro, ma la cosa più importante è non arrivarci con gli occhi chiusi.

Bisogna dare gli esempi se si vuole essere imitati.

Il tempo di cambiare tecniche e strategie è arrivato da un bel po’; solo che è arrivato da solo.

Continuare a interrogare senza interrogarsi su cosa si vuole dai discenti è come parlare con i muri.

Si può anche arrivare tardi a lavoro, la cosa più importante è lavorare quando si è arrivati…

infine docenti…

Si può continuare a insegnare anche se si è continuamente contrastati.

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