Che cos’è il pensiero magico dei bambini? La domanda a cui ogni vero insegnante sa rispondere
Che cos’è il pensiero magico dei bambini? Lo sanno bene gli insegnanti, tutti i genitori, i nonni. A parlarne è Daniele Novara sul sito CPP.
Il pensiero magico è un pensiero speciale, che si sviluppa dai 2 e rimane presente e vitale fino ai 7-8 anni di età e che rende i bambini capaci di trasformare la realtà, di nominarla in un altro modo. Un bambino può cucinare inverosimili piatti usando foglie, legnetti e sassi. Parla con gli oggetti; cura un taglietto con un bacino; scaccia la paura del buio con una parola; va a dormire con un dinosauro che lo difenderà dai mostri o gioca alla mamma cullando un bambolotto.
In poche parole…
il pensiero magico è l’espediente cognitivo eccezionale che i bambini hanno a disposizione per riuscire a vivere in un mondo troppo diverso, troppo grande, troppo incomprensibile per loro. Tutti i bambini sentono la frustrazione e l’impotenza del loro essere piccoli in un mondo che non è a loro misura.
Un bambino di 3 anni può ripetere come un mantra la parola: «Sono grande!» ogni volta che ha bisogno di darsi coraggio e affrontare la fatica di trovarsi “nanetto” in un mondo di giganti. E che il pensiero magico sia una risorsa potentissima lo dimostra il fatto che, nonostante l’invadenza del digitale e quella dei genitori di oggi, troppo impegnati nel disintegrare la magia con le loro spiegazioni razionali, il pensiero dei bambini continua a essere caratterizzato da componenti magiche.
Un esempio?
Le fantasiose bugie dei bambini, non bugie vere e proprie come le intendiamo noi adulti ma espressione del pensiero magico in azione. Un bambino può tessere la storia più bislacca del mondo per evitare un cibo poco gradito o per non andare a una festa in casa in un pomeriggio di sole. E anche il famigerato «No!», tormento dei genitori di tutto il mondo, non è altro che un tentativo ingegnoso di ridurre la presenza degli adulti che continuano imperterriti a comandare sui più piccoli.
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